Cambia il confort, cambia la sicurezza, cambian soprattutto anche gli odori…
E allora che fare? Che mezzo prendere? Come spostarsi? Come arrivare? Dove investire?
Spesso per scelta, spesso per necessità, io prendo il matatu, una sorta di pulmino a 14 posti che funge da taxi collettivo. 14 posti a sedere… beh, cosi c’è scritto sulla fiancata, poi la realtà africana insegna che si sale fin che c’è posto, e quindi delle volte puoi contare sino a 17-18 persone stivate come sardine, ma se ci son i bambini beh, il numero aumenta…
Il più delle volte sono carrette motorizzate buone per la demolizione ma che per qualche miracolo stradale riescono ancora a circolare e non crollano a terra alla prima buca. Se invece sei nel tuo giorno fortunato, ti può anche capitare di salire su un matatu nuovo fiammante (ma mi chiedo quanto durerà mai in queste condizioni).
Poi ci son quelli di tendenza, i più amati dai giovani. Certe mie colleghe di Nairobi mi raccontano che a volte aspettano anche delle manciate fitte di minuti pur di prender uno di questi. Lo riconosci già da lontano, una tamarrata megagalattica con casse che sputano fuori bongo music a tutto volume, luci fisse colorate o intermittenti, colori fluorescenti metallici o strisciate di bomboletta, aggeggi aggeggini e bamboccioni, adesivi adesivoni e foto sul cruscotto di chissà chi… un qualcosa come la Fiat Ritmo tutta abbardata con i coniglietti che si incucchiettano e l’adesivo onillo... il sogno dei tamarri, questa volta in versione africana.
Il viaggio è veramente economico e sul matatu ci sale di tutto, dai bambini agli anziani, dalle galline agli scatoloni, sin che c’è posto. Delle volte legano ceste di vimini e bidoni di plastica sulla cappotta. E via che si và…
Un breve tragitto può costare dai 10 ai 30 scellini, per viaggi più lunghi puoi pagare dai 100 ai 300 scellini, una nullità se confrontato con i prezzi dei tuc tuc, dei taxi, degli autobus e degli affitta macchine…
Ogni viaggio è sempre una guerra, urlano rubandosi clienti a vicenda, si superano e si sorpassano, e son sempre in due: l’autista che pensa a guidare e a strombazzare, e l’altro che pensa a far salire e a riscuotere. Difficile trasmettervi queste scene di pubblica pazzia.
Come tutti i mezzi in circolazione, nessuno rispetta le più elementari norme stradali, e il buon senso qui acquista un valore speciale: evitare di scontrarsi e di andare fuori strada.
Oltre a questi improbabili matatu, circolano anche macchine sgangherate, motociclette senza casco, scheletri d’autobus, imponenti camion, biciclette cariche di ogni ben di Dio, carretti trainati a mano… e poi una folla oceanica di gente a piedi, chi con le scarpe chi con le ciabatte, i meno fortunati senza ne l’uno ne l’altro.
L’importante è andare, spingersi verso la meta, ed ogni mezzo è buono per raggiungerla…
Buon viaggio!
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