venerdì 28 novembre 2008

Galera da fumo


Di Giorgio Rivetti

Charity Ngilu, la “Lady di ferro” del Kenya, ex-ministro della salute, qualche tempo fa aveva spaventato a morte i fumatori con un decreto legge che proibiva il fumo in luoghi pubblici. Tra questi erano inclusi gli spazi all’aperto, se a distanza inferiore a 5 metri da gli esercizi pubblici stessi.

Era stata, tuttavia, una paura di breve durata perche’ il decreto (che prevedeva, tra l’altro l’arresto dei trasgressori colti in flagranza) era subito stato sospeso dalla Corte Suprema del Kenya su istanza delle aziende manifatturiere del tabacco.

Era quindi lecito attendersi che la legge contro il fumo sarebbe, si, ricomparsa ma ridimensionata nei suoi strumenti repressivi e priva dei contenuti terroristici presenti nel primo decreto.

Ma si sa’, nei sistemi africani, moderazione e buon senso, sono spesso sinonimi di debolezza ed ecco che la legge e’ ricomparsa nella sua veste definitiva, ma non affatto ridimensionata, anzi… la facolta’ di arresto in flagranza viene pienamente riconfermata, e non solo: sparisce la norma dei cinque metri di distanza dagli esercizi pubblici ed il divieto di fumare si estende quindi a tutti gli spazi cittadini. Forse (ma e’ solo un’ipotesi) si potra’ fumare all’interno della propria auto, purche’ tutti i finestrini siano rigorosamente chiusi (!!!).

Non fumo da oltre trent’anni e questa disposizione potrebbe lasciarmi indifferente, cosi come potrebbe lasciar indifferenti tutti quelli che, come me, hanno vinto la battaglia contro il fumo, ma, via… la galera per una sigaretta fumata in strada? Non e’ che qualcuno ha totalmente perso il senno?

Ora si dice che in giro per le citta’, ci siano luoghi (naturalmente all’aperto) dotati di cartelli che recitano “Zona per fumatori”, ma dove sono? E non e’ ridicolo che in un punto scelto a caso sotto il cielo si possa fumare ed in un altro no? e come sono delimitati questi confine?

Questa legge, dicevo, dovrebbe lasciarmi indifferente, ma non lo fa. E perche’ non lo fa? Perche’ conoscendo la nota “proibita’” della Polizia del Kenya e la sua insindacabile discrezionalita’ di arresto, chi mi assicura che qualche solerte poliziotto, con senso etico condizionato dal Kitu Kidogo, non mi faccia finire in manette sostenendo che stavo fumando, anche se non e’ vero?

Assoggettare tutori dell’ordine – che tutelano soprattutto il proprio portafoglio – a queste tentazioni e’ un atto che presenta una buona dose di sconsideratezza. Intanto migliaia di persone in Kenya muoiono a causa dell’alcolismo a cui possono tranquillamente dedicarsi dovunque si trovino. Complimenti per l’acume Signori legislatori!


Articolo tratto da OUT OF ITALY

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