Son sempre a coppie di due, si incamminano dal villaggio attraverso il bush con la loro rete da pesca arrotolata sulle spalle, ieri oggi e domani, come ogni giorno dell’anno…
Pescatori a braccio, che con le loro mani arse dal sale e la pelle bruciata dal sole gettano le loro reti a maglie fini dove l’acqua del mare sbianca increspandosi sul petto, per poi dopo, con braccia forti, camminare all’indietro trascinando sino a riva pesci e speranza…
3 ore di lavoro, ogni giorno, ogni mattina, alla ricerca del loro pasto quotidiano, della loro porzione di cibo, piccoli pesciolini saltellanti grandi quanto un dito che sulla sabbia boccheggiano per mancanza d’ossigeno…
Chiedo cosa ne faranno di questo pesce… mi rispondono che lo mangiano… ma se la fortuna gli sorridera’, quel qualche pescolino in piu’ sara’ la loro fonte di guadagno, l’unica via per permettersi di comprare quel pacco quotidiano di farina da 2 kg indispensabile per sfamare tutta la famiglia…
10 scellini, questa manciata scarsa di pescolini vale 10 scellini (0,10 centesimi di euro), e’ una porzione, un piatto, una bocca che anche oggi ha potuto mangiare, stasera quindi niente scenate e niente lacrime per i figli piccoli, tutti andranno a letto con la pancia piena…
Lui avra’ poco meno di 30 anni, con un inglese stentato cerca di spiegarmi che ha una moglie e tre figli, e che le loro bocche vengono sfamate proprio grazie a questi piccoli pescolini e ai 2 kg di farina (120 scellini circa) che compreranno per preparare l’immancabile piatto di ugali (il loro piatto di insipida polenta).
Dura la vita del pescatore a braccio sulla foce del Sabaki River… sfidare la sorte, gettare lo sguardo sul pelo dell’acqua controllando che gli ippopotami non si avvicinino troppo, fortuna poi che in questa zona non ci son i coccodrilli…
Una rete da pesca: forse il bene piu’ prezioso che una famiglia sulle rive dell’Oceano Indiano o sulla sponda di un fiume possa mai possedere. Una rete da pesca, semplicemente cosi’, e braccia forti che sostengono e sfamano tutta la famiglia.
Buona pesca piccoli Sampei color dell’ebano! Ma soprattutto buona fortuna!!!
Pescatori a braccio, che con le loro mani arse dal sale e la pelle bruciata dal sole gettano le loro reti a maglie fini dove l’acqua del mare sbianca increspandosi sul petto, per poi dopo, con braccia forti, camminare all’indietro trascinando sino a riva pesci e speranza…
3 ore di lavoro, ogni giorno, ogni mattina, alla ricerca del loro pasto quotidiano, della loro porzione di cibo, piccoli pesciolini saltellanti grandi quanto un dito che sulla sabbia boccheggiano per mancanza d’ossigeno…
Chiedo cosa ne faranno di questo pesce… mi rispondono che lo mangiano… ma se la fortuna gli sorridera’, quel qualche pescolino in piu’ sara’ la loro fonte di guadagno, l’unica via per permettersi di comprare quel pacco quotidiano di farina da 2 kg indispensabile per sfamare tutta la famiglia…
10 scellini, questa manciata scarsa di pescolini vale 10 scellini (0,10 centesimi di euro), e’ una porzione, un piatto, una bocca che anche oggi ha potuto mangiare, stasera quindi niente scenate e niente lacrime per i figli piccoli, tutti andranno a letto con la pancia piena…
Lui avra’ poco meno di 30 anni, con un inglese stentato cerca di spiegarmi che ha una moglie e tre figli, e che le loro bocche vengono sfamate proprio grazie a questi piccoli pescolini e ai 2 kg di farina (120 scellini circa) che compreranno per preparare l’immancabile piatto di ugali (il loro piatto di insipida polenta).
Dura la vita del pescatore a braccio sulla foce del Sabaki River… sfidare la sorte, gettare lo sguardo sul pelo dell’acqua controllando che gli ippopotami non si avvicinino troppo, fortuna poi che in questa zona non ci son i coccodrilli…
Una rete da pesca: forse il bene piu’ prezioso che una famiglia sulle rive dell’Oceano Indiano o sulla sponda di un fiume possa mai possedere. Una rete da pesca, semplicemente cosi’, e braccia forti che sostengono e sfamano tutta la famiglia.
Buona pesca piccoli Sampei color dell’ebano! Ma soprattutto buona fortuna!!!
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