Come si fa a non esser felici quando ti aprono le porte di casa per un invito a cena sapendo che sei il loro secondo muzungu che va a fargli visita?
Venerdi 5 settembre 2008, località Chocha, un grande villaggio alla periferia nord di Malindi.
Luce bassa sopra le fronde delle palme, il sole scompare colorando di rosa le poche nuvole sospese nel cielo... scendo dal matatu con un grosso scatolone in mano, facce incuriosite a bordo strada iniziano a guardarmi, nei loro occhi leggo parole non dette “Che ci fa un muzungu qui a quest’ora della sera?”. Fortunatamente dopo un po’ viene a prelevarmi William...
Attraversiamo la strada e prendiamo un sentiero tra capanne di fango e makuti... a illuminare i miei passi incerti soltanto fioche luci di qualche lampada a cherosene e i fuochi delle donne che sedute a terra rimestolano dentro pentole fumanti sulla strada... una scuola, un campo da calcio senza erba, facce nascoste dal buio e dalle ombre della notte, e poi in lontananza la luce di una lampadina, la casa di William, unico fabbricato in muratura dotato di corrente elettrica.
Bambini, bambini ovunque, sembran dopati dall’arrivo del muzungu, varchiamo la soglia di casa, son le 8:00 di sera, altri bambini distesi a terra, “Jambo, Jambo, Habari? Mzuri! Na wewe? Mzuri sana! Karibu!! Asante!!!” e cosi faccio conoscenza di moglie figli parenti cugini e vicini di casa... tanti saluti e mille sorrisi, tutto il villaggio e’ li a guardare, e i bambini son ora arrampicati alla finestra a chiedere “caramella, caramella”.
Mi fanno accomodare nella stanza della lampadina, un tavolino al centro e qualche sedia attorno, a me hanno riservato l’unica poltrona di casa, son l’ospite d’onore!!!
Apro lo scatolone delle meraviglie, regali per l’invito a cena, una bottiglia gigante di fanta un’altra di coca cola (per i bambini del vicinato), un pacchetto di sigarette con una bottiglia di Kenya Ken (rum made in Kenya, per l’uomo di casa), un kikoi (per la moglie del padrone di casa), 2 Kg di riso basmati (gli si sono illuminati gli occhi!!!), una torta fatta con le mie mani (ambito regalo per tutte le bocche), vestitini per i bimbi, penne pennarelli gomme e quaderni... ed una bottiglia d’acqua naturale per me (sempre meglio portarsene dietro una!). Son tutti esterefatti, quanti regali! Gli occhi che sorridono, grazie grazie, asante sana!!! Mungu akubarichi! (Che Dio ti benedica!)
Viene servita la cena, wali wa nazi & kuku (riso al cocco con pollo), chapati, qualche patata, ma la moglie? Non mangia con noi, nella stanza della lampadina solo ospiti e uomini, le donne stanno altrove in compagnia dei bambini...
Son bellissimi i suoi due figli, una femmina di 8 anni radiosa come il sole e il piccolo maschietto di 3 anni quieto come un geco. Meta’ Giriama (moglie) meta’ Luo (William)
Con assoluta dignità e con un’immensa ospitalità godo questa spartana cena (spartana agli occhi di un muzungu, da festa d’onore per i canoni keniani), respirando il calore che il popolo keniota sa trasmettere. È bello poter condividere qualcosa, entrare nel loro quadretto famigliare, provare a mangiare con le mani facendo ridere tutta la banda, portare doni e sorrisi...
Grazie William, grazie... anche questa è un’esperienza made in Kenya.
Chakula cema (buon appetito) e lala salama (buona notte), Muzungu Rob
Venerdi 5 settembre 2008, località Chocha, un grande villaggio alla periferia nord di Malindi.
Luce bassa sopra le fronde delle palme, il sole scompare colorando di rosa le poche nuvole sospese nel cielo... scendo dal matatu con un grosso scatolone in mano, facce incuriosite a bordo strada iniziano a guardarmi, nei loro occhi leggo parole non dette “Che ci fa un muzungu qui a quest’ora della sera?”. Fortunatamente dopo un po’ viene a prelevarmi William...
Attraversiamo la strada e prendiamo un sentiero tra capanne di fango e makuti... a illuminare i miei passi incerti soltanto fioche luci di qualche lampada a cherosene e i fuochi delle donne che sedute a terra rimestolano dentro pentole fumanti sulla strada... una scuola, un campo da calcio senza erba, facce nascoste dal buio e dalle ombre della notte, e poi in lontananza la luce di una lampadina, la casa di William, unico fabbricato in muratura dotato di corrente elettrica.
Bambini, bambini ovunque, sembran dopati dall’arrivo del muzungu, varchiamo la soglia di casa, son le 8:00 di sera, altri bambini distesi a terra, “Jambo, Jambo, Habari? Mzuri! Na wewe? Mzuri sana! Karibu!! Asante!!!” e cosi faccio conoscenza di moglie figli parenti cugini e vicini di casa... tanti saluti e mille sorrisi, tutto il villaggio e’ li a guardare, e i bambini son ora arrampicati alla finestra a chiedere “caramella, caramella”.
Mi fanno accomodare nella stanza della lampadina, un tavolino al centro e qualche sedia attorno, a me hanno riservato l’unica poltrona di casa, son l’ospite d’onore!!!
Apro lo scatolone delle meraviglie, regali per l’invito a cena, una bottiglia gigante di fanta un’altra di coca cola (per i bambini del vicinato), un pacchetto di sigarette con una bottiglia di Kenya Ken (rum made in Kenya, per l’uomo di casa), un kikoi (per la moglie del padrone di casa), 2 Kg di riso basmati (gli si sono illuminati gli occhi!!!), una torta fatta con le mie mani (ambito regalo per tutte le bocche), vestitini per i bimbi, penne pennarelli gomme e quaderni... ed una bottiglia d’acqua naturale per me (sempre meglio portarsene dietro una!). Son tutti esterefatti, quanti regali! Gli occhi che sorridono, grazie grazie, asante sana!!! Mungu akubarichi! (Che Dio ti benedica!)
Viene servita la cena, wali wa nazi & kuku (riso al cocco con pollo), chapati, qualche patata, ma la moglie? Non mangia con noi, nella stanza della lampadina solo ospiti e uomini, le donne stanno altrove in compagnia dei bambini...
Son bellissimi i suoi due figli, una femmina di 8 anni radiosa come il sole e il piccolo maschietto di 3 anni quieto come un geco. Meta’ Giriama (moglie) meta’ Luo (William)
Con assoluta dignità e con un’immensa ospitalità godo questa spartana cena (spartana agli occhi di un muzungu, da festa d’onore per i canoni keniani), respirando il calore che il popolo keniota sa trasmettere. È bello poter condividere qualcosa, entrare nel loro quadretto famigliare, provare a mangiare con le mani facendo ridere tutta la banda, portare doni e sorrisi...
Grazie William, grazie... anche questa è un’esperienza made in Kenya.
Chakula cema (buon appetito) e lala salama (buona notte), Muzungu Rob
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