martedì 26 agosto 2008

Non più sangue nel nostro Kenya

NO MORE BLOND IN OUR KENYA!

Tratto da OUT OF ITALY – la voce italiana dall’Africa – N. 76

La fiducia che il Kenya aveva conquistato nel mondo come un paese pacifico e stabile e’ stata compromessa, ma non e’ troppo tardi per restaurare la sua antica gloria perche’ i suoi problemi sembrano ormai risolti. Cio’ che ci si augura e’ che l’accordo raggiunto sia un concreto passo per risolvere la crisi democraticamente a beneficio del popolo del Kenya e non un semplice patto che serva solo a soddisfare gli interessi egoistici e politici. Diversamente sara’ molto facile che quanto e’ accaduto torni a ripetersi.

Il nuovo governo dovra’ seriamente occuparsi delle questioni reali come la poverta’, la terra, l’equa distribuzione delle risorse, la disoccupazione, la corruzione, il tribalismo. Tutti aspetti salienti che per troppo tempo sono stati ignorati. La creazione di pari opportunita’ per tutti i keniani e’ una necessita’ primaria per ridurre l’enorme distacco che separa i ricchi dai poveri.

C’e’ molto da fare specialmente per riconciliare il popolo affinche’ non ceda piu’ alla perversa conflittualita’ etnica. Conforta aver visto che molti volontari hanno prestato senza esitare la loro assistenza agli sfollati, addirittura dando loro ospitalita’ nelle proprie case, senza alcun riguardo alla tribu’ a cui appartenevano.


In un modo o nell’altro, direttamente o indirettamente, la gente del Kenya ha gia troppo sofferto e aspetta con ansia che il suo paese torni alla normalita’. Questa gente si e’ resa conto (spero) di essere quella che ha pagato il prezzo piu’ alto per la distruzione del proprio splendido paese ed ha ora il desiderio di mettere il massimo impegno nel processo di ricostruzione. Il fatto che solo una piccola parte della popolazione sia stata coinvolta negli atti di violenza, fa ragionevolmente ritenere che la maggior parte dei keniani rinneghi la violenza e sia invece aperta alla tolleranza.

Il nostro paese e’ stato a lungo un centro logistico da cui venivano provveduti aiuti alle nazioni vicine dilaniate dalla guerra e la nostra terra e’ servita da rifugio a migliaia di persone in fuga. E’ triste aver dovuto constatare che in questa recente occasione, era la nostra gente a fuggire dalle proprie case.

Un altro aspetto doloroso e’ stato quello di vedere i nostri leaders mostrare ben poco rispetto per chi li ha mandate al potere. Li abbiamo visti esibirsi con presunzione in costosi ristoranti mentre molti loro compatrioti erano costretti a dormire all’addiaccio. Quando la loro gente sanguinava nella sofferenza, avremmo voluto vederli mostrare l’umana sensibilita’ di chi e’ stato posto al servizio del popolo per aiutarlo invece di continuare nelle provocazioni che lo incitavano ad altri massacre. I keniani dovrebbero avere il potere di chiedergli conto di questo comportamento.

Essendo il Kenya una nazione di riferimento per tutta l’Africa Orientale, un suo ulteriore collasso, non solo trascinerebbe nell’instabilita’ l’intera regione, ma coprometterebbe anche gli stessi interessi delal comunita’ internazionale e da questo si comprende perche’ le pressioni esercitate sui nostri leaders, per una rapida soluzione delle loro controversie, siano state esercitate con la massima forza e determinazione.



Di queste pressioni non dobbiamo lamentarci perche’ un Presidente che non voleva concedere nulla ed un avversario che voleva il potere ad ogni costo, e’ solo grazie a loro se il nostro paese non e’ piombato nel baratro. Adesso e’ compito di questi leaders accettare il compromesso e giungere a quelle soluzioni che il popolo si aspetta da loro per recuperare un’assoluta stabilita’.

La soluzione politica finalmente raggiunta, segna un’importante svolta nella terribile crisi che ci ha colpito. Ora e’ tempo di pensare ai problemi dei cittadini. La creazione di inutili commissioni di indagine, non credo sia la soluzione. Il governo appena formato dovra’ invece adoperarsi per essere trasparente, dare conto delle azioni che intende intraprendere e lavorare finalmente per questa Nazione e non cedere piu’ agli interessi egoistici finalizzati ad arricchire se stessi e le tribu’ a cui appartengono.

Cio’ di cui abbiamo anche bisogno sono legislatori capaci di definire ed adottare misure adeguate ad impedire che i fatti avvenuti non si ripetano mai piu’ in futuro. Questo sara’ il solo modo perche’ noi, e l’intera Africa insieme a noi, proceda con passo fermo verso il progresso.



Per tutti i popoli d’Africa, il Kenya dovra’ essere l’ultimo esempio di dove porti l’insensata violenza e di come questa sia capace di distruggere la democrazia faticosamente raggiunta, consapevoli che solo attraverso la democrazia, malgrado la sua apparente complessita’. Si puo’ creare una societa’ libera, giusta e civile.

By Elizabeth Nduta

PS: Tutte le immagini inserite in questo post sono state prese a prestito da vari siti e blog nel web

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