Perche’ non tutte le mattine ci si sveglia uguali, delle volte si ha l’energia del sorriso e tutto scivola via, altre volte basta una virgola e ti viene il pelo dritto…
Neanche i masai da spiaggia li sopportano. Incubo per molti residenti, fanno invece la felicita’ d’altrettanti turisti: souvenir, safari, escursioni, fumanze e malaye. Di tutto e di piu’, chiedi (a loro) e ti sara’ dato. Sono i beach boys, i ragazzi da spiaggia. E malindi, come in tutta la costa turistica del Kenya, ne e’ piena.
Sfacciati procacciatori di business, sono abili importunatori della quiete in spiaggia (se si limitassero solo alla spiaggia i procacciatori… qui i procacciatori sono ovunque e in tutte le forme! Dal mercato alla strada…)
Parlano volentieri l’italiano maccheronico, dicono “mamma mia” e “ciao mozzarella” (I bambini invece imparano il “ciao caramella”). Magari ti cantano anche un pezzettino di una qualche canzone made in italy, e ti sanno dire anche i nomi di alcuni calciatori italiani e la loro lingua economica e’ l’euro.
Li vedi e li riconosci subito: spesso indossano magliette di un qualche giocatore di calcio o di una qualche pubblicita’ italiana, o parte del vostro vestiario che gli avete regalato prima di ritornar in Italia.
Noi del Bel Paese siamo la loro passione: spendaccioni poco furbi, spendaccioni che pensano di fare dei grandi affari.
Ciao amico! – (il mio silenzio)
Ciao amico! – Jambo…
Come stai? – Muzuri kabisa
Andiamo a fare un giro? C’e’ il safari blu – Hakuna safari, I am a resident…
Ci sono tanti pesci, si mangia aragosta alla griglia – have a good job…
Aspetta ma dove vai? – have a nice day…
Ma perche’ vai via, non ti piace proprio nulla? – kwaeri rafiki…
(…il mio silenzio, si cammina avanti senza voltarsi…)
Delle volte li schivo, altre volte mi guardano e capiscono che con me non c’e speranza di business, altre volte si avvicinano e cercano di camminarmi a fianco per qualche metro, poi mi fermo improvvisamente, e allora mi guardano incerti e sconsolati, invece per i piu’ invadenti e fastidiosi, per i veri importunatori da spiaggia (e da citta’!), se non mi molla, e’ pronto sulla lingua anche un “I am sorry, but please, you don’t brokes my ball”. Se ancora non la smettono e iniziano la loro tiritera che “noi italiani veniamo qui a scopare le loro donne”, parte diretto un “kwenda zako”, ma sino a quest’ultima frase, fortunatamente, non son mai arrivato, perche’ e’ come mandarli a fanculo in lingua swahili (se lo si dice in tono non amichevole).
Lo so, e’ il loro lavoro, cercano di fare il loro business e di guadagnarsi da vivere, come tutti del resto, ma c’e’ un limite a tutto, e il rispetto dovrebbe essere la prima regola. Perche’ loro non sono i veri lavoratori, son organizzatori il piu’ delle volte poco affidabili, raddoppiano il piu’ delle volte i prezzi e sfruttano soltanto i loro contatti… sono degli smanettatoni.
Poi delle volte ti capita di incontrarne qualcuno di “sano”, gentile e rispettoso… ma e’ trovare una goccia nell’oceano…
Buon lavoro a tutti!
Nessun commento:
Posta un commento