L’odore dei tropici ha qualcosa di diverso e di cui subito cogliamo la graveolenza, la corposita’ vischiosa. Un odore che ci avverte che ci troviamo nel punto della terra dove una biologia esuberante e instancabile lavora, produce, prolifera e fiorisce senza sosta e senza sosta si ammala, si decompone, si tarla e marcisce.
E’ un odore di corpi surriscaldati e di pesce essicato, di carne andata a male e di cassava tostata, di fiori freschi e di alghe fermentate: di cose al tempo stesse gradevoli e ripugnanti, attraenti e disgustose. Un odore che ci arrivera’ dai vicini palmizi, scaturira’ dalla terra infuocata, aleggiera’ sui rigagnoli maleodoranti delle citta’ senza mai abbandonarci: e’ una parte integrante dei tropici.
Tratto da Ebano, di Ryszard Kapuscinski (edizioni Feltrinelli)
E’ un odore di corpi surriscaldati e di pesce essicato, di carne andata a male e di cassava tostata, di fiori freschi e di alghe fermentate: di cose al tempo stesse gradevoli e ripugnanti, attraenti e disgustose. Un odore che ci arrivera’ dai vicini palmizi, scaturira’ dalla terra infuocata, aleggiera’ sui rigagnoli maleodoranti delle citta’ senza mai abbandonarci: e’ una parte integrante dei tropici.
Tratto da Ebano, di Ryszard Kapuscinski (edizioni Feltrinelli)
Nessun commento:
Posta un commento