L’usanza imporrebbe di offrire qualcosa all’ospite, ma Vikta e Stone non hanno niente da darci. Il loro vicino Simon, invece, si affretta a portarci davanti un piatto di noccioline. Ma Simon è ricco: possiede una bicicletta e quindi un lavoro. Simon è un bicycle trader. Nel paese le strade maestre sono poche e i camion di passaggio rari. Milioni di persone abitano nei villaggi fuori mano dove i camion non passano mai. Sono i più poveri, i più diseredati. Il mercato e’ lontano, troppo lontano per portarvi sulla testa qualche tubero di cassava o di patata dolce, i caschi di matite (banane verdi) o un sacco di sorgo, ossia la verdura e la frutta che cresce nella zona. Non potendo vendere non guadagnano, e non guadagnando non possono comprare: è l’inesorabile circolo vizioso della miseria. Ma ecco apparire Simon con la sua bicicletta corredata dei più svariati accessori fatti in casa: bagagliai, borse, pinze e supporti, più adatta al trasporto di roba che di persone. Su quella bicicletta, dietro magro compenso (magro, perchè ci muoviamo sempre nell’ambito di un’economia poverissima), Simon (e altre migliaia come lui) trasporta al mercato il carico delle donne, che qui si dedicano al commercio minuto. Dice Simon che più ci si allontana dalle strade maestre, dai camion e dal mercato e più la miseria cresce: i più disgraziati sono quelli che vivono troppo lontano per trasportare le merci al mercato. Secondo lui gli europei che stanno al solo nelle grandi città e si spostano sulle strade principali non hanno la minima idea di cosa sia veramente l’Africa
Tratto da Ebano, di Ryszard Kapuscinski (edizioni Feltrinelli)
Tratto da Ebano, di Ryszard Kapuscinski (edizioni Feltrinelli)
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