venerdì 21 novembre 2008

Ebano, di Ryszard Kapuscinski (12)

In Etiopia viaggiare in auto e’ una specie di compromesso continuo: tutti sanno che la strada e’ stretta, malandata, ingombra di gente e di veicoli, d’altra parte devono entrarci. E non solo entrarci ma muovercisi, spostarsi, raggiungere le proprie destinazioni. Non c’e autista, guardiano di mandrie o viandante che a ogni istante non si trovi davanti un ostacolo, un rompicapo, un problema da risolvere: come passare senza urtare la macchina che viene in senso inverso? Come far avanzare mucche, pecore e cammelli senza schiacciare storpi e bambini? Come attraversare la strada senza finire sotto un camion, senza infilzarsi sulle corna di un toro, senza rovesciare quella donna con un peso di venti chili sulla testa? E cosi via.

Eppure qui nessuno impreca, maledisce, minaccia. Con pazienza, in silenzio, tutti compiono i loro slalom, le loro pirouette, i loro dribbling: manovrano, girano, spingono e soprattutto avanzano. Se si crea un ingorgo, tutti si industriano a scioglierlo con calma e collaborazione: se c’e calca, millimetro per millimetro risolvono pian piano la situazione.


Tratto da Ebano, di Ryszard Kapuscinski (edizioni Feltrinelli)

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