Ancora i bambini. Basta fermarsi in un villaggio, in una cittadina o semplicemente in un campo perche’ subito arriva una masnada di bambini indescrivilmente laceri, coperti di camicine e calzoncini a brandelli. Loro unico bene e nutrimento, una piccolo zucca con dentro un po’ d’acqua. Pezzi di pane e di banana spariscono trangurgitati in un baleno. Per questi bambini la fame e’ uno stato abituale, una forma di vita, una seconda natura. E tuttavia loro non chiedono ne pane ne frutta, e nemmeno soldi.
Chiedono una penna.
Una penna a sfera. Costo: dieci centesimi. Si, ma dove trovarli?
Vorrebbero tutti andare a scuola, studiare. Di tanto in tanto a scuola ci vanno (sedendo all’ombra di un grande mango). Ma, senza una penna, non riescono a imparare a scrivere. Non hanno una penna.
Tratto da Ebano, di Ryszard Kapuscinski (edizioni Feltrinelli)
Chiedono una penna.
Una penna a sfera. Costo: dieci centesimi. Si, ma dove trovarli?
Vorrebbero tutti andare a scuola, studiare. Di tanto in tanto a scuola ci vanno (sedendo all’ombra di un grande mango). Ma, senza una penna, non riescono a imparare a scrivere. Non hanno una penna.
Tratto da Ebano, di Ryszard Kapuscinski (edizioni Feltrinelli)
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