mercoledì 17 dicembre 2008

Malinconiche riflessioni


Sara’ forse l’ultima pagina che scrivo da Malindi per “Pillole di Malindi”. (…). Sono venuto in Kenya 14 anni orsono, alla ricerca della liberta’, degli spazi e per il suo clima temperato. Dopo 14 anni vissuti a Malindi credo sia giusto rivedere la nostra bella Italia e non piu’ fuggire i rigori invernali e dalle costrizioni logistiche. In un tempo frenetico, tremendo e virtuale, si sente talora il bisogno, la necessita’ impellente, di ancorarsi in un porto tranquillo, di potersi rifugiare in un momento di sereno raccoglimento; le vie di fuga sono molte, alcune pericolose, altre inconcludenti.

I valori che imperano sono la monetizzazione degli utili, l’assillo delle tendenze, l’apparire piuttosto che l’essere. Le ideologie, fortunatamente, forse sono morte, ma quel che ne e’ nato, non e’ poi un granche’.

La speranza di poter contribuire alla resistenza contro questa progressiva volgarizzazione, poggia anche sul recupero di piccole cose preziose, sulla modificazione di quotidiane abitudini. Ci fortificano quindi le sempre piu numerose e chiare voci a sostegno dei valori fondanti, quali la cultura, la tolleranza, la tradizione e la conservazione delal memoria, “Historia magistra vitae”, e tutto quel che ne consegue.

Siamo presuntuosi a tal punto da credere che anche l’educazione al piacere possa valorizzare tutto cio’ con preziosi istanti di splendido rilassamento, che sia lo stimolo a buoni propositi e ad illuminanti elucubrazioni estetiche. E’ un modo per pagare il nostro contributo alla memoria, per ricercare le nostre radici e rileggere con commozione la storia.

Noi speriamo di difendere in modo equilibrato la nostra causa, nella speranza di veder riconosciuta la liberta’ di ciascuno a rivendicare la propria scelta di vita, nella immancabile consapevolezza che tale liberta’, finisce laddove inizia quella del nostro prossimo.

Forse queste idée sublimandosi, mi riportano ad uno stile di vita meno artificioso, piu genuine e deciso, addolcito com’e’ dalla manchevolezza della memoria e consentito solo in virtu’ della struggente nostalgia dell’Italia e dai voli pindalici della mente (omissis).

Dopo 14 anni vissuti in questo paese, dopo che noi italiani abbiamo insegnato nuove tecniche, abbiamo creato in parte il benessere, od almeno la possibilita’ di sopravvivenza di tanta gente, ci vediamo sempre costretti ad assoggettarci agli usi e consuetudini locali.

Pare di leggere Topolino, quando vai all’Immigration e gli impiegati che indossano le magliette “anti corruption” non sanno piu che cosa inventare per estorcerti quattrini. Vivi sempre nel timore di una rapina non per la refurtiva che possono prendere, ma per le conseguenze che possono crearsi.

Mi auguro che i fatti menzonieri che sono capitati a me, non debbano toccare altre persone.

Se tutti gli uomini preposti alle indagini preliminari, alla buona interpretazione delle leggi ed alla constatazione della loro esecuzione, sappiano esserlo in futuro, ricercare e punire coloro i quali con i loro abusi mettono in difficolta’ il turismo, solo cosi il Kenya potrebbe migliorare, e il turista continuera’ a soggiornare in Kenya e molti residenti continueranno ad investire capitali, la popolazione keniana non ricomincera’ a mangiare solo ed esclusivamente polenta.

Medardo Caretta

Articolo tratto da “Pillole di Malindi, N. 9

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