lunedì 19 gennaio 2009

Un Giorno con i Boni


Kenya - Il sole sta salendo sopra la spessa foresta litoranea e le ombre si ritiranoverso la base degli alberi, soltanto le melodie degli uccelli che non sonodisturbate da alcun rumore riempiono l’aria e i Boni scompaiono nellaforesta a caccia di cibo.

Siamo nella Foresta Boni/Dodori, situata lungo la costa all’estremo Nord del Kenya, confinante con la Dodori Game Reserve, nella regione Amministrativa di Basuba, nel Distretto di Lamu, vicino al confine con la Somalia. L’abbiamo raggiunta dopo due giorni di viaggio per incontrare la “Gente del Bush” (terreno cespuglioso).

Sono i Boni, che conducono una vita naturale, semplice e al tempo stesso misteriosa, nella foresta. Questa gente si è stabilita in queste zone molti secoli fa e crede fortemente nel proprio sistema di vita, ancora oggi vive raccogliendo radici, frutta, miele e di piccola caccia. Da quando è stata abolita la cacciagrossa i Boni hanno provato a dedicarsi all’agricoltura, ma l’ambiente in cui vivono non è facilmente accessibile e la minaccia costituita dagli animali selvatici è sempre presente, così questa pratica non è mai stata abbracciata pienamente.

Il timore crescente per la probabile scomparsa diquesta gente del Bush è ormai reale ed è legato fortemente allaforesta. Il loro stesso semplice modo di vita potrebbe portarli all’estinzione.Terribili e inconfutabili statistiche dimostrano che i Boni nel 1989, anno delcensimento, erano 3.395, dieci anni dopo, nel 1999, erano ridotti soltanto a865.
Si crede che i Boni derivino da una popolazione prevalentemente pastoraledella Somalia Meridionale che si stabilì nella foresta Boni/Dodori dove iniziò apraticare la caccia. Molte persone, incluse quelle che vivono sullacosta, non sanno dell’esistenza di queste genti del Bush, che appartengono adun altro gruppo etnico, diverso dai Wasanye e Waliangulo.

Recentemente mi sono avventurato nella foresta per incontrare i Boni e sonorimasto sorpreso della loro povertà, nonostante vivano nellaforesta e vicino alla fertilissima terra del confinante Dodori Creek. La miaavventura in terra Boni è stata unica, ho visto e imparato come vivono esopravvivono queste persone dallo stile di vita umile ed ermetico. Il mioarrivo e la macchina fotografica sembrarono sollevare speranza e curiosità,ma crearono anche agitazione nei giovani e negli anziani.
I Boni sono sistemati in cinque manyattas (villaggi) composti di moltestrutture. Queste sistemazioni cominciarono a formarsi appena due anni fa,dopo che la sicurezza fu ripristinata.
I villaggi di Marigai, Milimani e Basuba sono localizzati lungo la bruttastrada di Mokowe/Kiunga, e Kiunga è inserita profondamente nella forestasenza strada d’accesso.

A Milimani, circa 20 strutture malandate costruite di erba, incontraiBaknune Dhidra, 60 anni, che ha detto: “Noi viviamo cacciando piccoli animali e raccogliendo erbe e radici nella foresta da quando è stata proibita la caccia grossa, tuttavia riusciamo a procurarci abbastanza cibo per sopravvivere”.
Baknune assicura che la foresta è la loro fonte maggiore di cibo e mispiega come ottengono, dalla foresta, una dieta equilibrata che varia da frutta,grassi, verdure e farina. Mentre lotto per esprimermi con un po’ diKiswahili e inglese, Baknune, che è ormai la mia guida nella foresta, mi mostrai diversi tipi di cibo reperibili nell’immenso Bush, dove grandissimi tratti diterreno sono incolti.
“L’albero di Mkarabaka produce frutti commestibili chiamati Aamff e ilmidollo nel suo gambo può essere usato per preparare Chapati con Kama, altrapianta che produce grasso”. Poi mi mostra un’altra pianta chiamata Digh, lecui radici, dice, sono commestibili. “Le radici bollite e poi essiccate sonocome le patate”. Mentre cammino, stando molto attento a dove metto ipiedi, Baknune continua la sua spiegazione sulle piante utili cheincontriamo, “Questo qui è l’albero di Konsoja, produce noci che sonoconsumate in gran quantità dai Boni”.

Ugo

Articolo tratto da:
http://guide.supereva.it/viaggi_safari/interventi/2001/06/49823.shtml

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