
Matatu per Mombasa, ore 7:30 del mattino. A fianco del driver due posti liberi, son seduto in quello vicino al finestrino, al mio fianco siede Carol.
I due posti risultano stretti tra i miei 86 kg di carne e la sua abbondante rotondità africana, gomito a gomito affrontiamo due ore di buche rallentamenti sorpassi e strombazzamenti.
Jambo, my name is Carrol, what’s your name?
Sembra presa dal desiderio di comunicare, parla con tutti e si informa di tutto. Lascio uscire quattro parole stiracchiate e distratte, soprattutto disinteressate, cosa vuole questa chiaccherona di primo mattino? Lo scopriro’ poi dopo...
I miei occhi son pieni di sonno, una buca e una curva, il suo peso contro il mio, una buca un colpo di clacson, la sua gamba contro la mia, una buca e un sorpasso, la sua mano che scivola e incontra il mio ginocchio…
Fianco contro fianco spalla contro spalla, musica che scivola nelle mie orecchie, il mio sguardo corre lungo la strada, oltre il finestrino oltre gli imponenti baobab che disegnano l’orizzonte e si perdono in lontananza…
What you do? Where you go?
Lavora presso una villa di italiani a Malindi, sta andando nella sua casa a Voi ed appartiene alla tribu’ Taita. Come molte ragazze Taita e’ carina, una bella giovincella dai dolci tratti, oltretutto e’ socialmente simpatica, ma ora, delicatamente e discretamente, mi ha messo una mano sulla gamba...
Ci sta provando, sorprendentemente con stile, con destrezza quasi all’europea, non come una delle tante malaye (prostitute) che circolano in Malindi alla ricerca del muzungu di turno, Carol ha un suo stile, gentile e garbato, ma e’ mattina e l’ultima cosa che mi frulla nella mente e’ di esser intornato su un matatu...
Carol diabolica e scaltra Carol, scendo a Mombasa e buon proseguimento, mi volto e la folla della stazione dei matatu ha gia’ inghiottito le sue mani lunghe e la sua rotonda sinuosita’ africana... bye bye
Robato on the road
I due posti risultano stretti tra i miei 86 kg di carne e la sua abbondante rotondità africana, gomito a gomito affrontiamo due ore di buche rallentamenti sorpassi e strombazzamenti.
Jambo, my name is Carrol, what’s your name?
Sembra presa dal desiderio di comunicare, parla con tutti e si informa di tutto. Lascio uscire quattro parole stiracchiate e distratte, soprattutto disinteressate, cosa vuole questa chiaccherona di primo mattino? Lo scopriro’ poi dopo...
I miei occhi son pieni di sonno, una buca e una curva, il suo peso contro il mio, una buca un colpo di clacson, la sua gamba contro la mia, una buca e un sorpasso, la sua mano che scivola e incontra il mio ginocchio…
Fianco contro fianco spalla contro spalla, musica che scivola nelle mie orecchie, il mio sguardo corre lungo la strada, oltre il finestrino oltre gli imponenti baobab che disegnano l’orizzonte e si perdono in lontananza…
What you do? Where you go?
Lavora presso una villa di italiani a Malindi, sta andando nella sua casa a Voi ed appartiene alla tribu’ Taita. Come molte ragazze Taita e’ carina, una bella giovincella dai dolci tratti, oltretutto e’ socialmente simpatica, ma ora, delicatamente e discretamente, mi ha messo una mano sulla gamba...
Ci sta provando, sorprendentemente con stile, con destrezza quasi all’europea, non come una delle tante malaye (prostitute) che circolano in Malindi alla ricerca del muzungu di turno, Carol ha un suo stile, gentile e garbato, ma e’ mattina e l’ultima cosa che mi frulla nella mente e’ di esser intornato su un matatu...
Carol diabolica e scaltra Carol, scendo a Mombasa e buon proseguimento, mi volto e la folla della stazione dei matatu ha gia’ inghiottito le sue mani lunghe e la sua rotonda sinuosita’ africana... bye bye
Robato on the road
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