Riaccendo il computer, questa volta dopo una settimana, mi soffermo, mi sembra ieri di esser arrivato dall’Italia, mi sembra ieri di aver lasciato 3 mesi fa questo paese a cavallo dell’equatore, mi sembra ieri il mio secondo arrivo di un anno e mezzo fa…
Scorre il tempo, inesorabile, infallibile, tic tac tic tac, riempiendo la vita in un caleidoscopio di eventi.
Lasciato l’aereoporto internazionale di Nairobi dove non regna la frenesia malsana del turismo, dove gli addetti al controllo non rincorrono vacanzieri e residenti tra carrelli di valigie per poter scucire una qualche possibile mancia, dove non c’è quella bramosia e quell’arroganza aeroportuale tipica e sfacciata dei colleghi di Mombasa, il nostro aereo della 540 ci fa atterrare nella piccola e svuotata Malindi.
Mi sento gia a casa ancora prima di scendere. Il riverbero del sole sui tetti in lamiera delle baracche, le palme, già il vedere lo schiumare delle onde infrante dal vento sulla barriera corallina mi riscalda il cuore…
Jambo jambo jambo, habari haco? Borse borsine e borsone, scaricate e gettate lì alla rinfusa a mano, il caldo umido e appiccicoso che si incolla sulla pelle, il sorriso del popolo giriama…
Siam arrivati, lo sento, si sale in macchina e ricordo anche la più piccola buca, Malindi Malindi… facciam una piccola sosta al parco marino prima di entrar “nel regno delle mille e una notte”, la luce è cosi forte che faccio fatica a tener gli occhi aperti…
Tanti, son in tanti, per i tanti e affettuosi saluti. Rispolvero un po’ di swahili, mi fa piacer poter salutare nella loro lingua, e poi l’inglese, la lingua si impasta, pole pole e pian pianino si srotola, mi son riabituato ben bene a 3 mesi di italiano…
E cosi si riinizia, altri 9 mesi anche in questo giro, mi faccio trasportare dalla sensazione di sentirmi stranamente a casa, un’altra dimora nella mia vita...
Jambo
Robato Msafiri