sabato 23 maggio 2009

Il mondo è sempre più piccolo!


22 maggio 2009, Fiera di Voghera

Il mondo è sempre più piccolo… gettare lo sguardo sulle bancarelle della fiera di Voghera (in provincia!), e trovare un kikoi (un kikoi!) made in Kenya… e chiedere “a quanto lo vendi il kikoi”?, i suoi scuri occhi si incuriosiscono, mi guardano incerti, perché l’oggetto in questione in Italy lo chiamano “telo pareo”. Kikoi? Non parliamo del prezzo (che mi dirà poi di venderli a 10-12 euro l’uno), iniziam a parlare delle nostre storie, e da buon keniota, lascia ad amici il suo banco merci, per potersi bere una birra con me, tutto molto pole pole, piano piano, litigando sul chi paga il conto…

Lui è Peter Gachihi, keniota, della tribù kikuiu. Nato nelle regioni centrali, trasferito poi sull’arcipelago di Lamu, abile commerciante come tutti i kikuiu… poi atterrato in compagnia di una muzungu a Torino… non son mica tanti i kenioti sul suolo italiano, pochi a Bologna, 43 a Torino, il grosso a Milano e a Roma…

È bello poter argomentare, raccontare, ascoltare… due mondi lontani che si incontrano per guardare ad un possibile futuro.

Grazie Peter, mungo akubariki, che Dio ti benedica e buona fortuna!!!

mercoledì 20 maggio 2009

ItalMail 1 – Saluti italici


Jambo Jambo belli che siete

C’è chi ho già incontrato e chi incontrerò, chi non ho ancora visto e chi non potrò incontrare, chi mi-ma-mò…

Come state? Quali pensieri occupano la vostra mente?

Una mail per salutare, una mail per rinfrescare, una mail per…

Vi lascio con questa mia piccola fotografia istantanea:

Poche cose alla volta – qualcosa – l’Africa ha il sapor della lentezza

Saluti… chi a presto, chi alla prossima!

Rob

Oro nero


C’è chi dice che l’america non è più l’america… che il grande sogno americano si è infranto, che è imploso dentro se stesso…

Ho sentito dire che ora gli americani, aiutati da Fiat, punteranno a costruire le nuove macchine per il futuro, macchine che potranno percorrere sino 15 km con un litro(!!!)… non so che che razza di futuro questo possa mai essere e che razza di sogni gli americani potranno mai desiderare… in italia un’automobile già percorre 20 km con un litro!

La corsa al petrolio, oro nero oro nero…

E allora penso all’allegra famigliola keniana che con un litro di cherosene rischiara il buio della notte con la sua preziosa lampada per lunghe notti…

A ognuno il proprio sogno!!!

Robato Msafiri on the road


martedì 19 maggio 2009

Assicurazione sanitaria per famiglie


Da quest'anno il governo del Kenya ha un programma di assicurazione sanitaria per le famiglie (NHIF). A fronte di un rateo annuo che ammonta a 1.920 KShs, cioe' ca. 20 €, un'intera famiglia può assicurare i propri membri per far fronte ad eventuali spese mediche.
Sebbene il tariffario del St.Orsola Hospital sia il più basso dell'intera regione, attualmente solo il 30% dei pazienti è in grado di far fronte alle spese mediche. Spesso i conti rimangono insoluti, altre volte i pazienti pagano con quello che hanno: capre, legumi, piccole somme. La differenza è coperta dall'attuale sistema di donazioni.
Con l'NHIF sarà possibile, con soli 20 €, stipulare un'assicurazione di un anno per un'intera famiglia, dandole accesso all' assistenza medica in un qualsiasi ospedale accreditato del Kenya, come appunto il St. Orsola Hospital. Inoltre, grazie alle tariffe nazionali unificate il St.Orsola potra' coprire anche altri costi di gestione garantendo un servizio continuo, omogeneo e auto-sostenuto in loco.
Assicurare una famiglia significa quindi aiutarla ad inserirsi in un sistema di previdenza sociale altrimenti ancora troppo lontano per la gente del Tharaka e allo stesso tempo garantire al St.Orsola una maggiore stabilità economica in vista di progetti futuri.
Chiunque volesse contribuire, può utilizzare il conto corrente dell'associazione , specificando la causale NHIF oppure utilizzare il sistema di pagamento on line PayPal o contattare direttamente tharakamauro@interfree.it o stefaniabergo1@tin.it per maggiori informazioni.
per vedere invece l'iniziativa governativa:

lunedì 18 maggio 2009

The Black Pinocchio


La dura poesia del ghetto


di Geraldina Colotti


Pinocchio nei ghetti del Kenya. Nello spettacolo teatrale di Marco Baliani - Pinocchio nero, in scena al Teatro Manzoni di Bologna il 15 aprile alle 21 - il burattino di legno nasce a Dagoretti, una bidonville di Nairobi, e la compagnia è composta da 20 ragazzi di strada. Un lavoro durato tre anni e costruito insieme a Giulio Cederna, di Amref, associazione non governativa che promuove progetti in Africa esclusivamente con la gente del posto. Baliani e Cederna raccontano ora quell'esperienza in due libri di taglio diverso, ma dal titolo quasi identico, Pinocchio nero il primo, The black Pinocchio il secondo (1).


Col disincanto dell'uomo orfano di certezze, il regista alza le quinte di un viaggio teatrale compiuto insieme ai ragazzi giorno per giorno, e nato dal bisogno di mettere in scena i conflitti «non risolvibili ideologicamente».In prima immagine, un gruppo di bambini, il barattolo di colla appeso al labbro, gli occhi rossi e l'andatura da zombi, pronti a depredare ogni cosa a tiro. Di fronte, i dubbi del regista, l'impotenza. Baliani richiama le «spiegazioni strutturali ed economiche che hanno permesso quell'inferno», s'interroga con le parole di Dostoevskij nei Karamazov: «A che serve salvarne uno se non potrò salvarli tutti?» Ha paura e voglia di fuggire dalla puzza insopportabile di quella fogna a cielo aperto. Ma poi rimane. Riesce a formare un gruppo di 20 chokora, «ragazzi spazzatura», a cui insegnerà a muoversi in scena, sfruttando i loro talenti naturali. Nelle battute finali della pièce, i burattini consapevoli del loro viaggio, fuggono dal ventre della balena portando in spalla i papà-Geppetto.


Nella realtà, alcuni ragazzi ritroveranno i genitori alcolisti o malati di aids, altri proveranno a trasmettere ai compagni la loro consapevolezza. La metamorfosi del burattino, il loro riscatto. Adesso fanno ancora «banda», ma per uno scopo diverso.E gli altri, quelli che non hanno potuto o saputo andare in scena?I loro diari compaiono nel libro di Giulio Cederna e John Muiruri, The black Pinocchio, novità presente nello stand di Giunti alla Fiera del libro per ragazzi a Bologna.


«Il ragazzo di strada è costituzionalmente un artista. La sua vita è già un'opera d'arte. E ogni forma d'arte lo aiuta a vivere», scrive l'autore. Il suo volume modulare, adatto anche ai giovanissimi, contiene il dvd dello spettacolo. Strutturato a finestre, il testo ricostruisce la geografia dell'esclusione in Kenya in un percorso corale - grafico, fotografico e narrativo - realizzato dai ragazzi del gruppo teatrale, ma anche da quelli che non sono entrati nella pièce: giovani ancora più «difficili». È il racconto della strada e della sua dura poesia, ritmata dalle strofe di Bob Marley. «Got to survive in the Ghetto/ Got to survive/ People don't fret no». Bisogna sopravvivere nel Ghetto. Bisogna sopravvivere.Non affliggetevi, gente. Sopravvivere contendendo gli ossi ai cani di Nairobi, «città bambina» che all'inizio del secolo era ancora «un circolo esclusivo per inglesi in tenuta coloniale».


Si calcola che a Nairobi - passata in soli trent'anni da 600.000 a circa 4 milioni di abitanti per via del rapido processo di urbanizzazione - circa il 60% della popolazione viva nelle città invisibili sorte dalle discariche. Ogni ghetto ha una storia. Kibera (foresta), è la più grande bidonville dell'Africa orientale, nata dopo la II guerra mondiale in seguito all'arrivo a Nairobi dei reduci sudanesi, soldati africani che si erano distinti combattendo per la Royal Army. Oggi è una foresta di lamiere infuocate, in cui vivono 500.000 persone a composizione etnica variegata. Dialetti diversi ma identica precarietà, e nessuna speranza. Mi chiamo Sarah, ho 18 anni... mi chiamo Peter, ho 17 anni... mi chiamo Makoha, ho 12 anni..., trovo da mangiare tra i rifiuti oppure chiedo «money money». Ai bambini non pensa la scuola, ma la strada. Il 70% delle famiglie spende buona parte dello stipendio per l'affitto di una baracca di fango, ferro e plastica. I giovanissimi fuggono ai margini del margine dove costruiscono una strana forma di società dannata e solidale. Fra loro si chiamano besthé (amici) o ninja, come le tartarughe. Per dire estero, usano il termine chaumbele, che in lingua kiwashili vuol dire paese dei balocchi. Il paese di Pinocchio.


note:


Pinocchio nero.Marco BalianiRizzoli, 2005, 13 euro


The Black Pinocchio.Giulio Cederna e John Muiruri(percorso fotografico a cura di Giuliano Matteucci)Giunti, 2005, (libro e dvd) 15 euro.

CINI: la cooperazione unica risposta seria all'immigrazione

Dopo l'approvazione alla Camera del Pacchetto Sicurezza, appello del Coordinamento italiano network internazionali alle forze di governo e opposizione: non si alzino muri senza considerare le radici profonde di queste migrazioni.

Roma, 15 maggio 2009 – Le ONG del CINI, Coordinamento italiano network internazionali, manifestano seria preoccupazione sulle scelte politiche connesse al Pacchetto Sicurezza approvato dal Parlamento e sulle politiche di mero contenimento emergenziale dei flussi migratori attuate in questi mesi. Simili scelte non risolvono la questione dell'immigrazione anzi la complicano; si preferisce alzare i muri senza considerare le radici profonde di queste migrazioni e delle tragedie che portano milioni di uomini e donne, spesso loro malgrado, a spostarsi dal Sud del mondo verso il Nord. Un fiume in piena che tracima sulle sponde del benessere.
Le misure adottate offendono profondamente il principio universale di uguaglianza degli esseri umani senza distinzione di lingua, di religione, di razza ma soprattutto mostrano una grave incomprensione delle sfide globali cui il mondo è chiamato a rispondere nei prossimi anni, specie in termini di giustizia sociale. Il Governo Italiano ha smesso di impegnarsi nella cooperazione internazionale ed ha più che dimezzato, in un solo anno, i relativi fondi. Cosicché quella fra le linee strategiche, che più di altre è idonea a creare relazioni sociali, economiche e culturali equilibrate e serie garanzie di prevenzione dei conflitti sociali planetari, è stata praticamente cancellata dall'agenda di questo Governo.

È la cooperazione internazionale infatti che permette un equilibrio universale tra uomini e donne, tra popoli, culture, costumi e religioni. E’ la cooperazione il vero strumento di sicurezza, giustizia, stabilità e pace, un motore di integrazione e di prevenzione delle anomalie migratorie. Ci appelliamo a tutte le forze politiche, senza alcuna distinzione di schieramento, perché recuperino il senso di responsabilità verso la comunità internazionale, promuovendo processi di lungo periodo volti a sconfiggere la povertà, vera sorgente delle tragedie migratorie in atto, ed a prevenire le tante forme di vulnerabilità ad essa correlate, a cominciare dall’inaccettabile fenomeno di sfruttamento dei migranti e di traffico di esseri umani.

Il nostro è un appello a maggioranza ed opposizione, così come alle migliori espressioni della cultura e del pensiero di questo Paese, a non tradire la sua grande tradizione storica di lotta alle proprie indimenticabili povertà di ieri e di impegno a promuovere serie alternative per i suoi migranti, a non dimenticare mai i giorni della fame e delle tristi partenze dei nostri padri.
Non possiamo chiudere gli occhi davanti al più elementare dei diritti umani: il diritto di vivere in pace. Si inverta la rotta e si promuova una vera cultura della cooperazione fra i popoli fondata sulla reciproca responsabilità, sull’equità e l’eguaglianza di opportunità, nonché su una visione di lungo periodo. Si investa il denaro pubblico in programmi che puntino allo sviluppo umano e sostenibile, alla sicurezza ed alla dignità di milioni di persone nella propria terra. Senza dubbio saranno i migliori antidoti all’inaccettabile tragedia quotidiana che segna le esistenze di migliaia di migranti ed al tempo stesso la miglior garanzia di sicurezza e prosperità per il popolo italiano.

Il progetto di AMREF per i ragazzi di strada di Nairobi


IL CONTESTO

Nairobi, capitale del Kenya, con 2,5 milioni di abitanti è una delle metropoli più grandi dell'Africa. Altri due milioni di persone vivono nelle baraccopoli che circondano la città, prive di un vero sistema idrico e quasi totalmente sprovviste di fognature. Nairobi ospita circa 130mila ragazzi di strada, bambini di età compresa tra i sei e i 17 anni abbandonati, maltrattati, giovani vittime della povertà e dell'Aids, costretti a vivere in strada e a passare la notte nelle discariche. In swahili sono chiamati chokora: quelli che vivono grazie ai rifiuti, gli "scarti" della società.


IL CENTRO AMREF DI DAGORETTI

Dal 1999 AMREF, African Medical and Research Foundation, è presente nel sobborgo di Dagoretti, una vasta area alla periferia sud di Nairobi che comprende al suo interno numerose baraccopoli, con un programma di recupero per togliere i ragazzi dalla strada, offrire loro cure sanitarie, organizzare attività sportive e ricreative per recuperare fiducia e autostima, fino al reinserimento nella famiglia o nella comunità attraverso la scuola e i corsi di formazione professionale. Durante questi anni il luogo di lavoro degli assistenti sociali di AMREF è stato il Centro di Dagoretti, un piccolo fabbricato che ha fatto moltissimo, salvando migliaia fra bambini e adolescenti, e dando vita a piccoli miracoli come "Pinocchio Nero", uno spettacolo interpretato da una ventina di ex ragazzi di strada e realizzato con l'aiuto del regista teatrale Marco Baliani.


UN SOGNO CHE SI AVVERA: IL CHILDREN VILLAGE

Nel 2006 AMREF è riuscita finalmente ad acquistare un terreno di due acri adiacente al Centro di Dagoretti per costruire una struttura più grande e funzionale. Obiettivo del Children Village è diventare parte integrante del quartiere, percepito come patrimonio stesso della comunità e affidato alla gestione dei suoi membri. Avrà una superficie iniziale di 210 metri quadrati, ma sarà costruito in maniera modulare per permettere un'eventuale espansione. Sarà costituito da tre grandi aule e da un consultorio, da una biblioteca, una palestra, un orto e un anfiteatro, più i laboratori per le attività artistiche.


ATTIVITÀ E OBIETTIVI

Le attività del Centro AMREF di Dagoretti spaziano dall'assistenza medica e alimentare all'educazione di base. I ragazzi sono coinvolti in laboratori artistici di musica, danza e teatro, attività ricreative e sportive, corsi di apprendistato professionale e iniziative per favorire il loro reinserimento in famiglia e nella comunità. AMREF promuove anche piccoli progetti di microcredito e incontri periodici con i leader della comunità, sensibilizzando le strutture sanitarie, scolastiche e familiari rispetto alla necessità primaria di non abbandonare i ragazzi in uno stato di emarginazione.


I RISULTATI RAGGIUNTI

In media il Centro di AMREF accoglie ogni giorno 200 bambini, fornendo loro due pasti caldi e regolare assistenza sanitaria. Ad oggi sono circa 600 i giovani iscritti a scuola e reinseriti nelle rispettive famiglie grazie al progetto "Children in need". Sono state attivate collaborazioni con otto scuole primarie e tre secondarie, e più di 250 ragazzi sono stati formati al lavoro con gli artigiani locali. Oltre 250 ragazzi hanno ricevuto l'aiuto necessario per ottenere il certificato di nascita e la carta di identità, mentre sono più di cinquecento quelli assistiti psicologicamente, tra cui trenta orfani di Aids. I membri della comunità e i ragazzi educati alla salute sono più di 1500 e oltre cinquemila quelli visitati e assistiti nel corso di campagne sanitarie periodiche.

Ufficio stampa AMREF Italia - Simone Ramella


domenica 17 maggio 2009

La favola del signor Barbabianca

La Mars, gigante mondiale dell'alimentazione, nota per l'omonima barretta al cioccolato e caramello, ha annunciato che d'ora in poi tutta la sua produzione di cacao, per un valore di un miliardo di dollari l'anno, seguira' le norme dell'economia sostenibile e del commercio solidale: stipendio minimo garantito per i coltivatori, assistenza sanitaria, tutela ambientale, agricoltura biologica.Le attivita' saranno verificate e certificate dall'organizzazione ecologista Rainforest Alliance.Dietro a questa storica decisione ci sarebbe una favola, quella del signor Howard-Yana Shapiro, americano di 61 anni, ex hippy radical, come dicono negli Usa. Una ventina di anni fa fondo' la “Seeds for change” (Semi per il cambiamento), una piccola azienda di produzione e vendita di sementi per l'agricoltura bio.Negli anni l'azienda si e' sviluppata crescendo, finche' nel 1997 la Mars presenta una inattesa e generosa proposta di acquisto.Shapiro, tacciato di essere un “traditore”, vende l'azienda ma continua a lavorarci dentro con l'incarico di direttore globale per le ricerche esterne. Silenzioso contestatore pacifista e ambientalista ha rubato ai ricchi per restituire ai poveri.
(Fonte: La Repubblica)

Il proprio corpo, by Jacopo Fo

Quando sei felice?

Usi il tuo corpo come fosse un veicolo oppure ti fa star bene avere un contatto con ESSO?
Quando eravamo bambini passavamo gran tempo a fantasticare. Questo stato della mente e' meraviglioso. Mentre giochi con le bambole, i soldatini, le automobiline, ti lasci andare a sensazioni e immagini che sorgono spontanee dalla tua mente.Stai bene con te. Dentro di te. Ti senti un tutt’uno con il tuo corpo.Questa sensazione e' centrale nella tua vita. Ma ogni tanto la perdiamo. Allora il corpo diventa solo uno strumento per mangiare, muoversi, lavorare. Ho passato parecchio tempo in questa situazione negli ultimi due anni. In questi giorni invece sto vivendo una riunione tra mente e corpo. Me ne sto li' senza far niente ad ascoltare il piacevole tepore interno che si prova a essere vivi. Essere vivi e' delizioso. A volte.E permette di fantasticare.
Jacopo Fo

sabato 16 maggio 2009

il futuro



“Il modo migliore per predire il futuro
è costruirselo da sé.”



Alan Kay

venerdì 15 maggio 2009

Michele Serra, IL NATURISMO


Michele Serra: L'amaca di giovedì 2 ottobre 2008


Tratta da "la Repubblica"


A parte divorzio, aborto, coppie di fatto, testamento biologico, che almeno sono grandi questioni etiche e sociali, possibile che anche un piccolo finanziamento regionale per un campo naturista possa "turbare le coscienze dei cattolici"?


A quanto pare sì: una proposta di legge della Regione Piemonte per incentivare il turismo naturista (fiorente, ad esempio, in Grecia e Croazia, e noto per il rispetto rigoroso dell’ambiente e la civiltà dei suoi praticanti) naviga in cattive acque perché considerata "non prioritaria" dalla componente cattolica del Pd, che governa la regione.


Ora, a parte che "non prioritario", escluse la nascita e la morte, è un po’ tutto quanto accade sotto il cielo, che disturbo potrà mai dare, la nudità liberamente scelta e praticata in appositi e riservati luoghi da adulti paganti? E soprattutto: anche ammesso che questa pratica disturbi qualche moralista, da quale spelonca della psiche può sortire l’istinto di ostacolarla o combatterla in qualsivoglia maniera, visto che riguarda altri, e non costringe alcuno? La domanda è banale ma è sempre la stessa, ed è cruciale: poiché nessuno obbliga un eventuale "cattolico" timorato della nudità a praticarla, perché mai costui si sente istintivamente portato a impedire ad altri di cavarsi i vestiti?

LA CARTA DELLA TERRA (2)

CARTA DELLA TERRA

PREAMBOLO
Ci troviamo ad una svolta critica nella storia del Pianeta, in un momento in cui l'umanità deve scegliere il suo futuro. A mano a mano che il mondo diventa sempre più interdipendente e fragile, il futuro riserva allo stesso tempo grandi pericoli e grandi opportunità. Per progredire dobbiamo riconoscere che, pur tra tanta magnifica diversità di culture e di forme di vita, siamo un'unica famiglia umana e un'unica comunità terrestre con un destino comune. Dobbiamo unirci per costruire una società globale sostenibile, fondata sul rispetto per la natura, sui diritti umani universali, sulla giustizia economica e sulla cultura della pace. Per questo fine è imperativo che noi, i popoli della Terra, dichiariamo la nostra responsabilità gli uni verso gli altri, verso la grande comunità della vita, e verso le generazioni future.

La Terra, nostra casa
L'umanità è parte di un grande universo in evoluzione. La Terra, nostra casa, è viva e ospita un'unica comunità vivente. Le forze della natura fanno dell'esistenza un'avventura impegnativa e incerta, ma la Terra ha fornito le condizioni essenziali per l'evoluzione della vita. La resistenza della comunità degli esseri viventi e il benessere dell'umanità dipendono dalla preservazione della salute della biosfera, con tutti i suoi sistemi ecologici, da una ricca varietà vegetale e animale, dalla fertilità del suolo, dalla purezza dell'aria e delle acque. L'ambiente globale, con le sue risorse finite, è una preoccupazione comune di tutti i popoli. Tutelare la vitalità, la diversità e la bellezza della Terra è un impegno sacro.

La situazione globale
I sistemi dominanti di produzione e consumo stanno provocando devastazioni ambientali, l'esaurimento delle risorse e una massiccia estinzione di specie viventi. Intere comunità vengono distrutte. I benefici dello sviluppo non sono equamente distribuiti e il divario tra ricchi e poveri sta aumentando. L'ingiustizia, la povertà, l'ignoranza e i conflitti violenti sono molto diffusi e causano grandi sofferenze. L'aumento senza precedenti della popolazione umana ha sovraccaricato i sistemi ecologici e sociali. Le fondamenta stesse della sicurezza globale sono minacciate. Queste tendenze sono pericolose, ma non inevitabili.

Le sfide che ci attendonoLa scelta sta a noi: o creiamo un'alleanza globale per proteggere la Terra e occuparci gli uni degli altri, oppure rischiamo la distruzione, la nostra e quella della diversità della vita. Occorrono cambiamenti radicali nei nostri valori, nelle istituzioni e nei nostri stili di vita. Dobbiamo renderci conto che, una volta soddisfatti i bisogni primari, lo sviluppo umano consiste innanzitutto nell'essere di più, non nell'avere di più. Abbiamo la conoscenza e la tecnologia per provvedere a tutti, e per ridurre il nostro impatto sull'ambiente. L'emergere di una società civile globale sta creando nuove opportunità per costruire un mondo umano e democratico. Le nostre sfide ambientali, economiche, politiche, sociali e spirituali sono interconnesse, e insieme possiamo forgiare soluzioni che le comprendano tutte.
La responsabilità universalePer realizzare queste aspirazioni dobbiamo decidere di vivere con un senso di responsabilità universale, identificandoci con l'intera comunità terrestre, oltre che con le nostre comunità locali. Noi siamo, allo stesso tempo, cittadini di nazioni diverse e di un unico mondo, in cui la dimensione locale e quella globale sono collegate. Ognuno ha la sua parte di responsabilità per il benessere presente e futuro della famiglia umana e del più vasto mondo degli esseri viventi. Lo spirito di solidarietà umana e di parentela con ogni forma di vita si rafforza quando viviamo con un profondo rispetto per il mistero dell'essere, con gratitudine per il dono della vita, e con umiltà riguardo al posto che l'essere umano occupa nella natura. Abbiamo urgente bisogno di una visione condivisa di valori fondamentali che forniscano una base etica per la comunità mondiale che sta emergendo. Per questo, uniti nella speranza, affermiamo i seguenti principi interdipendenti per un modo di vita sostenibile, come standard comune in base al quale le condotte di tutti gli individui, le organizzazioni, le imprese, i governi e le istituzioni transnazionali devono essere guidate e valutate.

PRINCIPI
I. . RISPETTO E CURA PER LA COMUNITA' DELLA VITA
1. Rispettare la Terra e la vita, in tutta la sua diversitàa. Riconoscere che tutti gli esseri viventi sono interdipendenti e che ogni forma di vita ha valore, indipendentemente dalla sua utilità per gli esseri umani.b. Affermare la fede nell'intrinseca dignità di tutti gli esseri umani e nel potenziale intellettuale, artistico, etico e spirituale dell'umanità.
2. Prendersi cura della comunità vivente con comprensione, compassione e amorea. Accettare che al diritto di possedere, gestire e utilizzare le risorse naturali si accompagna il dovere di prevenire danni all'ambiente e di tutelare i diritti dei popoli.b. Affermare che con l'aumento della libertà, della conoscenza e del potere cresce anche la responsabilità di promuovere il bene comune.
3. Costruire società democratiche che siano giuste, partecipative, sostenibili e pacifichea. Assicurare che le comunità a ogni livello garantiscano i diritti umani e le libertà fondamentali e forniscano a tutti l'opportunità di realizzare appieno il proprio potenziale.b. Promuovere la giustizia sociale ed economica, per permettere a tutti di raggiungere uno standard di vita sicuro e dignitoso, che sia ecologicamente responsabile.
4. Tutelare i doni e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e futurea. Riconoscere che la libertà di azione di ciascuna generazione è condizionata dalle esigenze delle generazioni future.b. Trasmettere alle generazioni future valori, tradizioni e istituzioni capaci di sostenere la prosperità a lungo termine delle comunità umane ed ecologiche della Terra.
Per potere realizzare questi quattro impegni generali occorre:
II. INTEGRITA' ECOLOGICA
5. Proteggere e ripristinare l'integrità dei sistemi ecologici terrestri, con speciale riguardo alla diversità biologica e ai processi naturali che sostentano la vita.a. Adottare a tutti i livelli piani di sviluppo sostenibile e norme che integrino la conservazione e il ripristino ambientale in ogni iniziativa di sviluppo.b. Istituire e tutelare riserve naturali e della biosfera, comprese aree silvestri e marine, per salvaguardare i sistemi di sostegno della Terra, la diversità biologica e preservare il nostro patrimonio naturale.c. Promuovere il recupero delle specie e degli ecosistemi in via di estinzione.d. Controllare ed eliminare organismi esogeni o geneticamente modificati dannosi per le specie autoctone e per l'habitat, e impedire l'introduzione di questi organismi dannosi.e. Gestire l'uso delle risorse rinnovabili come l'acqua, il suolo, i prodotti forestali e la vita marina in modo da non superare la loro capacità di recupero e da proteggere la salute degli ecosistemi.f. Amministrare l'estrazione e l'uso delle risorse non rinnovabili, quali i combustibili minerali e fossili, in modo da ridurne al minimo l'esaurimento e impedire gravi danni ambientali.
6. Prevenire i danni come misura più efficace di protezione ambientale, e agire con cautela quando le conoscenze sono limitate.a. Agire per impedire la possibilità di danneggiare irreversibilmente o gravemente l'ambiente anche se le conoscenze scientifiche sono incomplete o non certe.b. Assegnare l'onere della prova a coloro che sostengono che una certa attività non provocherà danni significativi, e chiama i responsabili a rispondere di eventuali danni ambientali.c. Garantire che, nel processo decisionale, vengano affrontate le conseguenze cumulative, a lungo termine, indirette, remote e globali delle attività umane.d. Impedire l'inquinamento di ogni parte dell'ambiente e non permettere l'accumulo di sostanze radioattive, tossiche e comunque pericolose.e. Evitare le attività militari dannose per l'ambiente.
7. Adottare sistemi di produzione, consumo e riproduzione che salvaguardino la capacità rigenerativa della Terra, i diritti umani e il benessere delle comunità.a. Ridurre, riutilizzare e riciclare i materiali utilizzati nei processi di produzione e consumo, e garantire che i rifiuti residui siano assimilabili dai sistemi ecologici.b. Comportarsi con parsimonia ed efficienza nell'utilizzo dell'energia, privilegiando sempre di più fonti di energia rinnovabile, come quella solare o eolica.c. Promuovere lo sviluppo, l'impiego e il trasferimento equo di tecnologie ecologicamente sicure.d. Includere nel prezzo di vendita i costi ambientali e sociali dei beni e dei servizi, e permettere ai consumatori di identificare i prodotti conformi alle normative sociali e ambientali più severe.e. Garantire a tutti l'accesso a un'assistenza medica che promuova la salute riproduttiva e la procreazione responsabile.f. Adottare stili di vita che accentuino la qualità della vita e l'uso di quanto realmente necessario in un mondo in cui le risorse non sono illimitate.
8. Sviluppare lo studio della sostenibilità ecologica e promuovere il libero scambio e l'applicazione diffusa delle conoscenze acquisite.a. Sostenere la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale sulla sostenibilità, con particolare attenzione alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo.b. Riconoscere e tutelare le conoscenze tradizionali e la saggezza spirituale presenti in ogni cultura che contribuiscono alla tutela dell'ambiente e al benessere umano.c. Garantire che le informazioni di importanza vitale per la salute umana e la tutela dell'ambiente, comprese le informazioni in ambito genetico restino di pubblico dominio e a disposizione di tutti.
III. GIUSTIZIA ECONOMICA E SOCIALE
9. Eliminare la povertà come imperativo etico, sociale e ambientale.a. Garantire il diritto all'acqua potabile, all'aria pulita, alla sicurezza alimentare, al suolo incontaminato, alla casa, a condizioni igienico-sanitarie sicure, assegnando le necessarie risorse nazionali e internazionali.b. Conferire autonomia a ogni essere umano attraverso l'istruzione e le risorse utili per garantire uno standard di vita sostenibile, e fornire previdenza sociale e sistemi di sostegno a coloro che non sono capaci di mantenersi da soli.c. Riconoscere coloro che sono ignorati, proteggere i vulnerabili, aiutare coloro che soffrono e permettere loro di sviluppare le proprie capacità e perseguire le proprie aspirazioni.
10. Garantire che le attività economiche e le istituzioni a tutti i livelli promuovano lo sviluppo umano in modo equo e sostenibile.a. Promuovere l'equa distribuzione della ricchezza all'interno delle nazioni e tra le nazioni.b. Accrescere le risorse intellettuali, finanziarie, tecniche e sociali dei Paesi in via di sviluppo, e liberarli dall'oneroso debito internazionale.c. Garantire che ogni attività commerciale promuova un uso sostenibile delle risorse, la tutela dell'ambiente e standard di lavoro avanzati.d. Esigere che le corporazioni multinazionali e le organizzazioni finanziarie internazionali agiscano con trasparenza per il bene comune, e chiamarle a rispondere delle conseguenze della loro attività.
11. Affermare l'uguaglianza e le pari opportunità fra i sessi come prerequisiti per lo sviluppo sostenibile, e garantire l'accesso universale all'istruzione, all'assistenza sanitaria, e alle opportunità economiche.a. Garantire i diritti umani delle donne e delle ragazze, e porre fine a ogni forma di violenza contro di loro.b. Promuovere la partecipazione attiva delle donne in tutti gli aspetti della vita economica, sociale, politica e culturale, come partner a pieno titolo e a pari diritto nella presa di decisioni, come leader e come beneficiarie. c. Rafforzare le famiglie e garantire la sicurezza e la cura amorevole di tutti i loro membri.12. Sostenere senza alcuna discriminazione i diritti di tutti a un ambiente naturale e sociale capace di sostenere la dignità umana, la salute fisica e il benessere spirituale, con speciale riguardo per i diritti dei popoli indigeni e delle minoranze.a. Eliminare le discriminazioni in ogni forma, come quelle basate su razza, colore della pelle, sesso, orientamento sessuale, religione, lingua e origine nazionale, etnica o sociale.b. Affermare i diritti dei popoli indigeni alla propria spiritualità, conoscenza, terre e risorse e alle relative pratiche di vita sostenibili.c. Onorare e aiutare i giovani delle nostre comunità, rendendoli capaci di esercitare il loro ruolo essenziale per la creazione di società sostenibili.d. Proteggere e restaurare luoghi importanti che abbiano un significato culturale e spirituale.

IV. DEMOCRAZIA, NON VIOLENZA E PACE
13. Rafforzare le istituzioni democratiche a tutti i livelli e garantire trasparenza e responsabilità nella governance, partecipazione allargata nei processi decisionali, e accesso alla giustizia.a. Sostenere il diritto di tutti a ricevere informazioni chiare e tempestive sulle questioni ambientali e sui piani e le attività di sviluppo che possano avere un impatto sulla loro vita, o essere di loro interesse. b. Sostenere la società civile a livello locale, regionale e globale e promuovere la partecipazione significativa nei processi decisionali di tutti gli individui e le organizzazioni interessate ad essi.c. Proteggere la libertà di opinione, espressione, riunione pacifica, associazione e dissenso.d. Istituire un accesso efficiente ed efficace alle procedure amministrative e giudiziarie indipendenti, compresi i correttivi legali e le compensazioni connessi a danni ambientali o alla minaccia di tali danni.e. Eliminare la corruzione da tutte le istituzioni pubbliche e private.f. Rafforzare le comunità locali rendendole capaci di prendersi cura del proprio ambiente, e assegnare responsabilità per la tutela dell'ambiente ai livelli amministrativi capaci di risponderne nel modo più efficace.
14. Integrare nell'istruzione formale e nella formazione permanente le conoscenze, i valori e le capacità necessarie per un modo di vivere sostenibile.a. Fornire a tutti, soprattutto ai bambini e ai giovani, opportunità educative che li rendano in grado di contribuire attivamente allo sviluppo sostenibileb. Promuovere il contributo delle arti e delle materie umanistiche, oltre che di quelle scientifiche, per l'educazione e alla sostenibilità.c. Rafforzare il ruolo dei mass-media nel far crescere la consapevolezza delle sfide ecologiche e sociali.d. Riconoscere l'importanza dell'educazione morale e spirituale per un modo di vivere sostenibile.
15. Trattare ogni essere vivente con rispetto e considerazione.a. Impedire la crudeltà sugli animali allevati nel seno delle società umane e proteggerli dalla sofferenza.b. Proteggere gli animali selvatici da tecniche di caccia, intrappolamento e pesca che causano sofferenze estreme, prolungate o evitabili.c. Evitare o ridurre il più possibile la cattura o la distruzione accidentali di specie animali che non sono l'obiettivo della caccia o della pesca.
16. Promuovere una cultura della tolleranza, della non violenza e della pace.a. Incoraggiare e sostenere la comprensione reciproca, la solidarietà e la cooperazione tra tutti i popoli, e all'interno e tra le nazioni.b. Applicare strategie articolate al fine di evitare i conflitti violenti, e risolvere i conflitti ambientali e le altre dispute attraverso la collaborazione.c. Smilitarizzare i sistemi di sicurezza nazionali, riducendoli a livello di semplice difesa e convertire le risorse militari a scopi di pace, compresa il ripristino ambientale.d. Eliminare gli armamenti nucleari, biologici e tossici e le altre armi di distruzione di massa.e. Garantire che l'uso dello spazio orbitale ed esterno sostenga la tutela dell'ambiente e la pace.f. Riconoscere che la pace è la completezza creata da relazioni armoniose con se stessi, con le altre persone, con le altre culture, con le altre forme di vita, con la Terra e con l'insieme più grande di cui tutti siamo parte.
LA STRADA IN AVANTI
Come mai prima d'ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio. Questo rinnovamento è la promessa dei principi della Carta della Terra. Per adempiere a questa promessa dobbiamo impegnarci ad adottare e a promuovere i valori e gli obiettivi della Carta.
Questo richiede una trasformazione del cuore e della mente, un rinnovato senso di interdipendenza globale e di responsabilità universale. Dobbiamo sviluppare e applicare con immaginazione la visione di un modo di vivere sostenibile a livello locale, regionale, nazionale e globale. La nostra diversità culturale è un'eredità preziosa e le diverse culture troveranno percorsi specifici e diversi per realizzare questa visione. Dobbiamo approfondire e ampliare il dialogo globale che ha generato la Carta della Terra perché abbiamo molto da imparare dalla collaborazione nella ricerca comune della verità e della saggezza.

La vita spesso implica tensioni tra valori importanti. Questo può significare scelte difficili. Tuttavia, dobbiamo trovare modi per armonizzare la diversità con l'unità, l'esercizio della libertà con il bene comune, gli obiettivi a breve termine con mete a lungo termine. Ogni individuo, famiglia, organizzazione e comunità ha un ruolo vitale da svolgere. Le arti, le scienze, le religioni, le istituzioni scolastiche, i mass-media, le imprese, le organizzazioni non governative e i governi sono tutti chiamati a offrire una leadership creativa. L'azione congiunta del governo, della società civile e delle imprese è essenziale per una governance efficace.Per poter costruire una comunità globale sostenibile, gli stati del mondo devono rinnovare l'impegno preso con le Nazioni Unite, adempiere ai propri obblighi in base agli accordi internazionali in vigore e sostenere l'applicazione dei principi della Carta della Terra attraverso strumenti vincolanti a livello internazionale in tema di ambiente e sviluppo.

Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l'accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita.

ORIGINE DELLA CARTA DELLA TERRA
La Carta Terra è stata creata dalla Commissione per la Carta della Terra (Earth Charter Commission), convocata a seguito del Summit della Terra (Earth Summit) del 1992, allo scopo di produrre una dichiarazione di consenso globale su valori e principi per un futuro sostenibile. Il documento è stato approvato nel 2000, dopo otto anni di intenso lavoro e grazie a consultazioni internazionali alle quali hanno contribuito oltre cinquemila persone. La Carta della Terra è formalmente sostenuta e adottata da migliaia di organizzazioni, tra le quali l'UNESCO e l'IUCN (Unione per la Conservazione della Natura).
Per maggiori informazioni, potete visitare il sito www.earthcharter.org

LA CARTA DELLA TERRA (1)

La Carta della Terra
Una dichiarazione di principi fondamentali per la costruzione di una società globale giusta, sostenibile e pacifica nel XXI secolo

Cos'è la Carta della TerraLa Carta della Terra è una dichiarazione di principi etici fondamentali per la costruzione di una società globale giusta, sostenibile e pacifica nel 21o secolo. La Carta si propone di ispirare in tutti i popoli un nuovo sentimento d'interdipendenza globale e di responsabilità condivisa per il benessere di tutta la famiglia umana, della grande comunità della vita e delle generazioni future. La Carta è una visione di speranza e una chiamata all'azione.La Carta della Terra si occupa specialmente della transizione verso forme sostenibili di vita e sviluppo umano sostenibile. La Carta riconosce che gli obiettivi della protezione ecologica, dello sradicamento della povertà, lo sviluppo economico equo, il rispetto per i diritti umani, la democrazia e la pace sono interdipendenti e indivisibili. Di conseguenza, il documento offre un punto di riferimento integrale e a largo spettro per guidare la transizione verso un futuro sostenibile.

Le origini della Carta della TerraDopo il Summit Mondiale della Terra, la Carta della Terra nacque come iniziativa della società civile, mediante il processo di consultazione più aperto e partecipativo che mai fosse avvenuto nel mondo per la redazione di un documento internazionale. Il risultato è un'ampia concezione di ciò che costituisce una società e uno sviluppo sostenibili. Questo processo di consultazione avvenne sotto la supervisione della Commissione per la Carta della Terra, convocata da Maurice Strong e Mikhail Gorbachev allo scopo di stabilire un consenso globale su valori e principi per un futuro sostenibile.La redazione del testo fu completata nel marzo 2000, e la Carta fu presentata ufficialmente il 29 giugno dello stesso anno. Da allora, migliaia di organizzazioni che rappresentano milioni di persone hanno avvallato formalmente la Carta della Terra. Tra di esse figurano la Conferenza degli Stati Membri dell'UNESCO, il Congresso Mondiale della Natura dell'Unione per la Conservazione della Natura (IUCN), diversi ministeri di governi nazionali, associazioni nazionali e internazionali di università e centinaia di città di diversi paesi. La Carta ha anche ricevuto l'appoggio di decine di migliaia di individui, e il sostegno pubblico di molti capi di stato.

Valori condivisi... per il nostro futuro comuneIn un momento nel quale sono necessarie trasformazioni urgenti nel nostro modo di vivere e pensare, la Carta della Terra ci invita a esaminare i nostri valori e a scegliere una strada più adatta. La Carta ci chiama a cercare gli aspetti comuni nel mezzo delle nostre diversità e ad adottare una nuova visione etica già condivisa da molte persone, nazioni e culture di tutto il mondo.

L'Iniziativa della Carta della TerraL' "Iniziativa della Carta della Terra" è una rete globale e diversa di persone, organizzazioni e istituzioni che partecipano alla promozione e all'applicazione dei valori e dei principi della Carta della Terra.L'Iniziativa rappresenta un grande sforzo volontario della società civile. I partecipanti comprendono distinte istituzioni internazionali, governi nazionali e le loro agenzie, associazioni universitarie, ONG e gruppi comunitari, governi locali, gruppi economici, scuole e imprese - così come migliaia di persone a livello individuale.
La Carta della Terra InternationalLa Carta della Terra International (ECI) coordina l'Iniziativa della Carta della Terra. L'ECI si compone del Consiglio e della Segreteria, la cui funzione è quella di promuovere la Carta della Terra.L'ECI coordina una rete mondiale di Affiliati e soci, così come iniziative e una grande varietà di progetti e attività dirette a stimolare grandi sforzi per assicurare un mondo giusto, a partecipazione allargata, sostenibile e pacifico per le generazioni future.

La Missione dell'IniziativaLa missione dell'Iniziativa della Carta della Terra è quella di promuovere la transizione verso modi di vita sostenibili e una società globale fondata su un riferimento etico ampiamente condiviso che comprenda il rispetto e la cura della comunità della vita, l'integrità ecologica, i diritti umani universali, il rispetto della diversità, la giustizia economica, la democrazia e una cultura della pace.

Gli Obiettivi dell'IniziativaIncrementare il livello di consapevolezza in tutto il mondo in relazione alla Carta della Terra e promuovere la comprensione della sua visione etica allargata.Cercare il riconoscimento e l'appoggio per la Carta della Terra da parte di persone, organizzazioni e dalle Nazioni Unite.Promuovere l'uso della Carta della Terra come guida etica, e l'applicazione dei suoi principi da parte della società civile, delle imprese e dei governi.Esortare e incoraggiare l'uso educativo della Carta della Terra nelle scuole, nelle università, nelle comunità ecumeniche, nelle comunità locali e in molti altri contesti.Promuovere il riconoscimento e l'uso della Carta della Terra come documento di "legge morbida".

Il SostegnoIl sostegno alla Carta della Terra da parte di individui e organizzazioni significa un impegno con lo spirito e gli obiettivi del documento. Indica l'intenzione ad utilizzare la Carta della Terra in modo appropriato a secondo della situazione. Significa anche un impegno a lavorare a favore dell'applicazione dei valori e dei principi della Carta della terra e il desiderio di cooperare con altri in questo compito.

PENSIERI VIANDANTI


"Cammino... ed ho detto tutto, anzi, nulla!"


(GB)

giovedì 14 maggio 2009

Comprendere...


..non credere a quello che ci viene detto,

ma comprendere attraverso la propria stessa esperienza...


(una bella "meditazione" trovata in giro)

Calcetto da tavolo ecologico



Futbolin è un calcetto da tavolo realizzato con materiali di recupero. Una scatola di cartone, qualche rametto di legno, delle ciabatte di gomma e il gioco è fatto.

"Alle 2 del pomeriggio qui il sole picchia forte. Impensabile giocare a pallone. Allora con Joao abbiamo deciso di organizzare il super campionato di Futbolin. Eduardo ci ha detto che cosa serviva e noi siamo partiti. Nandinho è tornato con delle scatole della birra e altro cartone, Pepe ha setacciato la spiaggia in cerca di vecchie ciabatte di almeno due colori, meglio, se possibile, giallo e rosa e io ho trovato i rametti. Tutti sanno come è fatto un Futbolin e quindi l'abbiamo messo insieme".

Materiali e strumenti:
- una scatola di cartone di forma rettangolare- rametti di legno o bastoncini- delle ciabatte di gomma di almeno due colori- un paio di forbici

Istruzioni per l'uso:
Prendere una scatola di cartone di forma rettangolare. Togliere la parte superiore e tagliare due riquadri alle estremità per creare le porte. Ripiegandola verso l'interno, si ottiene il campo di gioco. Bucare la parte alta delle pareti verticali della scatola e inserire i rametti di legno, sui quali infilare i "giocatori", ricavati tagliando le ciabatte di gomma.




Progetti per il futuro?"Domani ci piacerebbe fare una navetta spaziale. I pezzi li abbiamo già quasi tutti, il mare è generoso da queste parti, 'un grande artigiano' come diceva sempre Bruno". A4Adesign