mercoledì 17 giugno 2009

Muhammad Yunus, Nobel per la Pace 2006

tratto da http://www.beppegrillo.it/2007/03/muhammad_yunus/index.html

a cura di Beppe Grillo
Ho incontrato un grande uomo. Un vero economista che ha salvato la vita a un numero incredibile di persone. Il suo nome è Muhammad Yunus, Nobel per la pace del 2006. Grazie a lui anche i mendicanti hanno potuto avere credito. E hanno sempre restituito i soldi. Altro che i finanzieri delle nostre parti. 85.000 mendicanti sono clienti stimati della Grameen Bank di Muhammad Yunus e grazie a lui hanno la possibilità di cambiare la loro vita. In Italia è il contrario entri in banca che non hai problemi e ne esci per chiedere la carità. Ieri mi hanno chiesto un breve discorso all’Università di Bologna in Aula Magna. C’erano i banchieri, c’era Yunus. Guardate il filmato. (sul link)

Testi:
Discorso di Beppe Grillo all'Università di Bologna.Ho sentito degli specialisti, ognuno del proprio campo, parlare di cose che, secondo il mio punto di vista, non hanno quasi più senso. Sento parlare gli economisti che confondono l'economia con la finanza, sento parlare di microcredito confuso con il microfinanziamento, con la microfinanza. Credo di avere dei dubbi perchè l'opera di questo signore è l'opera di un professore che ha visto il suo Paese disintegrato dal debito e che ha cercato in tutti i modi di far risparmiare, che è l'unico modo di combattere il debito, insieme al lavoro.Abbiamo sentito, ad esempio, il rappresentante dell'ABI che ha detto di sentirsi perplesso e in imbarazzo: è il senso della vergogna.Qui si parla di microcredito e noi abbiamo, invece, il credito al consumo: le banche non si accontentano più dei risparmi della gente, non gli interessano più i soldi ma vogliono la vita delle persone cioè non vendere cose ma vendere il debito delle cose.Il concetto di trasparenza delle nostre banche è quello di non far capire niente più a nessuno di quello che fanno, per far indebitare la gente, ad esempio, su un televisore per farlo pagare fra sei mesi, ma non entro sei mesi, ma fra sei mesi quel giorno lì solo con un bollettino che spediscono loro per far entrare le persone in una trappola e far pagare lo stesso televisore il doppio con un interesse del 17-18 % che è un tasso da usura. Siamo in mano agli usurai.Così imparate a farmi parlare!Muhammad vai via di qua! Vai via di qua Muhammad!
Intervista a Muhammad Yunus:
Ciao a tutti! Sono felice di essere qui con Beppe, è davvero un'esperienza bellissima. L'ho sentito parlare, è stato molto chiaro nel dire ciò che avrei detto io. Parla di quello che succede, dei problemi veri. Le banche non si fanno domande, continuano a fare ciò che han sempre fatto. Avrebbero dovuto fare molte cose, che non hanno fatto. Noi abbiamo dimostrato che si può fare, possiamo aiutare ogni individuo senza nessun problema.Grameen Bank presta i soldi ai più poveri, abbiamo iniziato trent'anni fa, senza garanzie né raccomandazioni, senza strumenti legali. Servono dei soldi per guadagnare altri soldi, così abbiamo iniziato ma nessuno credeva che ce l'avremmo fatta. Ma ci siamo riusciti. E' un sistema bancario basato sulla fiducia che funziona e si sta diffondendo in tutto il mondo, milioni di persone hanno avuto accesso al microcredito, si può fare. Il credito è un diritto umano e può cambiare la vita a tutte le persone. Il sistema bancario deve essere per tutti.Noi prestiamo soldi a tutti, anche ai mendicanti, affinché possano vendere qualche cosa, piccoli oggetti, giocattoli, caramelle. Così possono guadagnare dei soldi, cambiare la loro vita. Più di 85.000 mendicanti stanno cambiando la loro vita. Questo è proprio quello di cui ha parlato Beppe oggi. Tanti cari saluti a tutti!


http://www.beppegrillo.it/2007/03/muhammad_yunus/index.html

Perché l’Africa non ha bisogno di sola polenta


Perché l’Africa non ha bisogno di sola acqua e polenta, perché le persone non hanno bisogno di sole scarpe e vestiti… diffondo questa notizia trovata curiosando sul web perché in Africa c’è bisogno anche di computer e di tecnologia.

Se ne parlava anche con un tedesco trapiantato a vivere in Kenya sulla minuscola isoletta di Robinson Island, in una sera attorno al fuoco, scacciando zanzare, guardando le stelle, sentendo il fruscio delle palme mosse dal vento…

Computer in Africa, sviluppo tecnologico, una possibilità per i ragazzi del Kenya: che la tecnologia non sia soltanto un bene del Primo Mondo. Imparare per conoscere, imparare per studiare, imparare per lavorare, imparare per progredire, imparare per vivere…

Ma l’occidente non ha orecchie, “computer nelle capanne?” ma manca l’elettricità, i bambini vanno in giro scalzi, i pozzi, gli orfanotrofi, perché un computer? E anche io dico: perché no?

Il computer non è solo download o messenger, non è soltanto facebook o masterizzazione, computer in Africa può significare sviluppo, contatti e visibilità, ricerca e vendita.

E allora penso alla miriade di notebook e desktop ammassati in discarica, computer cambiati per seguir i tempo del frenetico ritmo e progresso della tecnologia, computer che qui non valgono niente e in Africa valgono molto.

Per far si che Selina (la ragazza nelle foto) non sia l’unica bambina, ma la prima di tanti.

Buona fortuna Africa

Roberto Msafiri


Ed ora, l’iniziativa che ha ispirato queste mie considerazioni, tratta dall’indirizzo web: http://faberlibertatis.org/wiki/Kibokoni#Associazione_ONLUS_.22Conoscersi_per_Crescere_Insieme.22

Kibokoni, donazione di PC a una studentessa keniota

Il progetto consisteva nel recuperare un computer portatile da donare a Selina, una giovane studentessa di Kibokoni, un villaggio del Kenya vicino a Malindi.
Il notebook verrà utilizzato dalla ragazza per poter prendere confidenza con il mondo informatico, per scrivere lettere e soprattutto per imparare la lingua italiana.

Caratteristiche del computer: Il computer portatile donato risulta essere un notebook Toshiba S1800-100 completo di mouse e zaino per il trasporto. Il sistema operativo installato è Xubuntu 6.06.

Collaborazione: Il progetto è stato creato grazie ad un contatto dell'associazione "Conoscersi per Crescere Insieme" di Pernumia (PD) che, nel mese di luglio 2006, ricercava un computer portatile da portare, nel loro prossimo viaggi in Kenya, a Selina Mobinda di Kibokoni.

Associazione ONLUS "Conoscersi per Crescere Insieme": È il progetto di educazione alla mondialità, alla interculturalità e alla solidarietà, attivo nella scuola primaria "A.Beolco" di Pernumia, istituto comprensivo "Zanellato" di Monselice.

L'esperienza personale di Paola Verna, presidente dell'associazione, e del dott. Andrea Dante, sommata alla conoscenza di una realtà fatta di villaggi di capanne di moltitudini di bambini e della scuola africana (Primary school di Kibokoni, Malindi) ha contribuito in modo determinante alla progettazione e realizzazione del percorso educativo-didattico che nell'arco di un decennio è andato ampliandosi e consolidandosi, tanto da coinvolgere alunni, insegnanti, genitori e per molti aspetti l'intera comunità di Pernumia.

Durante questi anni di lavoro il progetto ha sviluppato con gli alunni parecchie attività educative sia di conoscenza, intesa come confronto ed incontro della cultura africana, che di solidarietà, aprendo la mente di ciascuno, grandi e piccoli, e allargando così gli orizzonti. Attualmente vengono sostenuti economicamente negli studi circa 20 bambini della scuola primaria e secondaria di Kibokoni.

Selina è stata la prima bambina, ormai ventenne, ad essere adottata dai coniugi Andrea e Paola.
Kibokini è una scuola che sta crescendo sia per il numero degli alunni (attualmente 1.300) che per le strutture edilizie: sono state costruite, con le offerte raccolte in questi anni, delle aule arredate con banchi, una bibblioteca, i servizi igienici con doccie, un dormitorio per ospitare i bambini che abitano troppo lontano; ora è in corso la realizzazione di una mensa. L'istrizione per questi paesi significa porre le basi per uno sviluppo diverso, dare ai ragazzi gli strumenti per cambiare non solo la propria vita, ma anche quella delle generazioni future.

L'associazione ha sede in via Del Castello n° 18 a Pernumia (PD) e l'indirizzo e-mail è onluscpci@virgilio.it

Modalità di consegna e risultato: La spedizione, composta da un gruppo di amici e collaboratori dell'associazione, è partita a fine luglio 2006 da Verona con destinazione finale Mombasa. La preoccupazione più grande, all'arrivo a Mombasa, è stata quella di non riuscire a far passare in dogana il computer. Grazie all'esperienza del gruppo tutto è andato per il meglio e la donazione a Selina è andata a buon fine. Le immagini testimoniano il progetto portato a termine dall'Associazione di Promozione Sociale Faber Libertatis con enorme felicità di Selina e del gruppo.

http://www.faberlibertatis.org/

Generazioni a confronto

"Non nutro più alcuna speranza per il futuro del nostro popolo, se deve dipendere dalla gioventù superficiale di oggi, perché questa gioventù è senza dubbio insopportabile, irriguardosa e saputa. Quando ero ancora giovane mi sono state insegnate le buone maniere e il rispetto verso i genitori: la gioventù di oggi invece vuole sempre dire la sua ed è sfacciata"

L'ha scritta Esiodo nel 700 a.C.




Per chi è nato prima del 1970:

A ben pensarci, è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!!
Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza air bag...e viaggiare nel cassone posteriore di una pickup, in un pomeriggio torrido, era un regalo speciale.


I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari. Bevevamo l'acqua dalla canna del giardino, non da una bottiglia. Che orrore!!Andavamo in bicicletta senza usare un casco. Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri "carri giocattolo". Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema...noi da soli!!


Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo. Non esistevano i cellulari. Incredibile!! Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti...e non c'erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva la colpa.Ti ricordi degli incidenti?


Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori lo sapessero mai.


Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene di zucchero...ma nessuno di noi era obeso. Ci dividevamo una Fanta con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai morì a causa dei germi.


Non avevamo la Playstation, né il Nintendo, né dei videogiochi. Né la TV via cavo, né le videocassette, né il PC, né internet; avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro. Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e crudele! Senza controllo! Come siamo sopravissuti?!


Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con dei vermi e altri animaletti e, malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi.


Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore!!!Non si cambiavano i voti, per nessun motivo. I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una cicca in classe.


Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro a un altro. L'idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge. Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.


Sapevamo che quando i genitori dicevano "NO", significava proprio NO.


I giocatoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non ogni volta che si andava al supermercato. I nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa. E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci diedero tutto ciò che volevamo.


Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio e ottimi risolutori di problemi. Negli ultimi 50 anni c'è stata un'esplosione di innovazioni e nuove idee. Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli.


Tu sei uno di loro. Complimenti!!! Invia questo ad altri che abbiano avuto la fortuna di crescere prima che gli avvocati e i governi regolassero la nostra vita.


Le email degli Amici del Cittadino: A cura di Andrea Boicelli - pervenuto da un amico italo-americano (bergamasco di origine) diventato un dirigente della Fujitsu a New York E` dedicato a noi vecchietti nati prima del 1970, ma anche i più giovani farebbero bene a pensarci sopra.

Scaricato su http://www.ilcittadino.org/

lunedì 15 giugno 2009

Il libro dell'ignoranza sugli animali


Scritto da John Mitchinson e John Lloyd (Einaudi, 304 pagine, 16 euro) si tratta di un vero e proprio compendio di stranezze e assurdita' del mondo animale. Tutto vero e scientificamente dimostrato.

Lo sapevate che i ratti, a soli tre mesi di eta', si accoppiano fino a 20 volte al giorno, mentre in un anno una femmina puo' raggiungere 500 amplessi con decine di maschi diversi? Anche l'armadillo non scherza: e' superdotato. Per farsi un'idea spannometrica se fosse un essere umano avrebbe il pene lungo un metro.

Altre perle: le falene vanno ghiotte delle lacrime di alcuni uccelli, che estraggono infilando la proboscide sotto le palpebre dei volatili addormentati. L'acaro riesce a nidificare anche nella trachea di un ape e un ghepardo puo' mangiare fino a 15 kg di carne a pasto. I delfini, quando devono nuotare in zone particolarmente rocciose si mettono una spugna davanti alla bocca per non ferirsi, mentre alcune foche, se devono immergersi in profondita', ingoiano delle pietre. Per difendersi dalle giraffe, le acacie producono una sostanza chimica che rende amare le foglie. Le balene cantano in dialetti diversi a seconda della loro provenienza.

L'ultimo aneddoto riguarda un animale fin qui tralasciato: l'uomo.“L'anello di congiunzione tra la scimmia e l'uomo civilizzato esiste: siamo noi”.


(Fonte: Repubblica)

mercoledì 10 giugno 2009

Hakuna Matata!


Hakuna matata è una locuzione swahili, di uso estremamente comune in molte regioni dell'Africa centro-orientale (in particolare nella zona di Kenya e Tanzania). Il suo significato letterale è "non ci sono problemi"; può essere paragonato a molte altre espressioni analoghe diffuse in altre zone del mondo, come no worries o no problem.


In occidente la frase è stata resa celebre soprattutto dal film Walt Disney Il re leone (1994). In una celebre sequenza, un suricato e un facocero, Timon e Pumbaa, insegnano al protagonista Simba la filosofia dell'hakuna matata: dimenticare i problemi del passato e concentrarsi con ottimismo sul presente. Il brano musicale che accompagna la scena, Hakuna Matata, è un singolo di Jimmy Cliff, con musica scritta da Elton John e parole di Tim Rice.


Circa un decennio prima del Re Leone, l'espressione hakuna matata era stata celebrata anche in un altro brano musicale di successo, Jambo Bwana, inciso dai Them Mushrooms nel 1982 e poi reinterpretato da numerosi altri artisti, incluso il gruppo disco pop tedesco Boney M.



mercoledì 3 giugno 2009

Il Rè, la pazzia e l’acqua del pozzo


“Ti voglio raccontare una storia”, disse Zedka. “Un potente stregone, con l’intento di distruggere un regno, versò una pozione magica nel pozzo dove bevevano tutti i sudditi. Chiunque avesse toccato quell’acqua, sarebbe diventato matto. Il mattino seguente, l’intera popolazione andò al pozzo per bere. Tutti impazzirono, tranne il Re, che possedeva un pozzo privato per sé e per la famiglia, al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. Preoccupato, il sovrano tentò di esercitare la propria autorità sulla popolazione, promulgando una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I poliziotti e gli ispettori, che avevano bevuto l’acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni reali e decisero di non rispettarle. Quando gli abitanti del regno appresero il testo dei decreti, si convinsero che il sovrano fosse impazzito, e che pertanto ordinasse cose prive di senso. Urlando, si recarono al castello, chiedendo l’abdicazione.
Disperato, il Re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina glielo impedì, suggerendogli: “Andiamo alla fonte e beviamo quell’acqua. In tal modo, saremo uguali a loro. E così fecero: il Re e la regina bevvero l’acqua della follia e presero immediatamente a dire cose prive di senso. Nel frattempo, i sudditi si pentirono: adesso che il Re dimostrava tanta saggezza, perché non consentirgli di continuare a governare?
La calma regnò nuovamente nel paese, anche se i suoi abitanti si comportavano in maniera del tutto diversa dai loro vicini. E così il Re poté governare sino alla fine dei suoi giorni”.

Paolo Coelho – tratto da “Veronica decide di morire”

Respirare camminando


Respirare camminando (1 giugno 09, lago d’Orta)


Sembra banale, quasi scontato, sicuramente è un atto involontario, ma che qualità ha il nostro respiro?

Inspirare espirare, inspirare espirare, l’addome che si gonfia (alla faccia delle mode dal ventre piatto!), il diaframma che si muove (ma cosa sarà mai?), la cassa toracica che prende forma (e il risuonare delle emozioni)…

Yoga, pranayama, training autogeno, breathwork, discipline orientali incontrano quelle occidentali, libri su libri, corsi su corsi, incontri su incontri, ed il respiro siamo noi… qui, ora, oggi.

Vita che scorre e che si manifesta, stress tensioni ed emozioni che prendono forma, modificazioni, attenzioni, prendere coscienza di un atto cosi semplice quanto complesso.

L’onda del mare, un palloncino che si gonfia, l’aria che sale e che scende… naso faringe petto polmoni gola, e poi ancora più giù, diaframma addome pelvi e ritorno, tecniche su tecniche, trattieni lascia andare, spingere giù, risalire…

Ma è cosi bello e cosi semplice respirare camminando, prendere l’onda sul ritmo del proprio passo, narici piede andata e ritorno, destra e sinistra un passo dopo l’altro il respiro…

Breath-walk-meditation, ma sarà poi importante trovare un nome? I nomi non son solo piccoli orticelli e altisonanti barriere? Cibo per una mente-che-mente…

E cosi ad ogni passo sento l’aria entrare nel mio corpo, dare forza e ritmo al mio cammino, per poi fuoriuscire purificando i pensieri… che si sia su un sentiero sulle sponde di un lago, su una spiaggia o in pianura, in salita o sotto il porticato di una città, il respiro ci accompagna contribuendo a disegnare il nostro essere.

L’anziana signora col cane zoppo


Lago d’Orta, 1 giugno 2009
(camminando sul sentiero che scende da frazione Colma sino a Ronco Sotto)


Un’anziana signora dai vestiti pesanti e logori, i capelli troppo bianchi per i suoi occhi stanchi e lontani, sulle spalle porta una gerla colma di erba tagliata a fresco. Sul sentiero, a far compagnia ai suoi passi consumati dal tempo, uno sbilenco cane nero e zoppo, fedele compagno di una vita di fatiche e solitudine.

E’ Ginetta, la matta del paese, colei che solinga vive lontano dalle chiacchere delle quattro case in sasso col camino che fuma. Ogni tanto bussava alle porte delle poche case, mormorando parole incomprensibili per i suoi lunghi anni di solitudine, allungando una mano nella speranza di ricevere qualcosa, qualche vecchia mutanda, un grembiule smesso, un po’ di caffè, un panettone… molto tempo fa quando andava in paese si fermava a leggere i cartelloni in piazza, lettera per lettera come i bambinetti sui banci di scuola, col dito che segnava le parole…

Mi sembra inopportuno fotografarla, sembra un monumento al rispetto, un dinosauro di donna che da eremita combatte contro un progresso che tutto cancella, ancora oggi va a tagliar la legna che brucia nella sua vecchia stufa… I miei passi incrociano i suoi occhi e cercano di andare oltre, lasciandomi alle spalle l’abbaiare del cane che lotta contro il vento, latrando a invisibili fantasmi che si perdono sul sentiero…

Ha un sapore antico questa donna, come una vecchia fotografia in bianco e nero. Chissà che ne sarà di lei, vecchio e stanco dinosauro in un secolo non più suo… mi piace pensare che sarò uno tra quelle poche persone che in un giorno di ricordi, camminando su questo sentiero, coglierà rose selvatiche o fiori di campo e li porterà sulla sua tomba, immobile ricordo nel scorrere del tempo. Che la tua memoria possa resistere alle estati e agli inverni, alle primavere e agli autunni, e che il tuo spirito si libri nella valle come un frullio d’ali nel cielo.