giovedì 26 febbraio 2009

La vita non si misura con…

La vita non si misura con il numero di respiri che si fanno,
ma con i momenti che mozzano il fiato.

Anonimo

Come piccoli Sampei sulla foce del fiume






Son sempre a coppie di due, si incamminano dal villaggio attraverso il bush con la loro rete da pesca arrotolata sulle spalle, ieri oggi e domani, come ogni giorno dell’anno…

Pescatori a braccio, che con le loro mani arse dal sale e la pelle bruciata dal sole gettano le loro reti a maglie fini dove l’acqua del mare sbianca increspandosi sul petto, per poi dopo, con braccia forti, camminare all’indietro trascinando sino a riva pesci e speranza…

3 ore di lavoro, ogni giorno, ogni mattina, alla ricerca del loro pasto quotidiano, della loro porzione di cibo, piccoli pesciolini saltellanti grandi quanto un dito che sulla sabbia boccheggiano per mancanza d’ossigeno…

Chiedo cosa ne faranno di questo pesce… mi rispondono che lo mangiano… ma se la fortuna gli sorridera’, quel qualche pescolino in piu’ sara’ la loro fonte di guadagno, l’unica via per permettersi di comprare quel pacco quotidiano di farina da 2 kg indispensabile per sfamare tutta la famiglia…

10 scellini, questa manciata scarsa di pescolini vale 10 scellini (0,10 centesimi di euro), e’ una porzione, un piatto, una bocca che anche oggi ha potuto mangiare, stasera quindi niente scenate e niente lacrime per i figli piccoli, tutti andranno a letto con la pancia piena…

Lui avra’ poco meno di 30 anni, con un inglese stentato cerca di spiegarmi che ha una moglie e tre figli, e che le loro bocche vengono sfamate proprio grazie a questi piccoli pescolini e ai 2 kg di farina (120 scellini circa) che compreranno per preparare l’immancabile piatto di ugali (il loro piatto di insipida polenta).

Dura la vita del pescatore a braccio sulla foce del Sabaki River… sfidare la sorte, gettare lo sguardo sul pelo dell’acqua controllando che gli ippopotami non si avvicinino troppo, fortuna poi che in questa zona non ci son i coccodrilli…

Una rete da pesca: forse il bene piu’ prezioso che una famiglia sulle rive dell’Oceano Indiano o sulla sponda di un fiume possa mai possedere. Una rete da pesca, semplicemente cosi’, e braccia forti che sostengono e sfamano tutta la famiglia.

Buona pesca piccoli Sampei color dell’ebano! Ma soprattutto buona fortuna!!!

Benedizione vivificante


Ti auguro salute.
Ti auguro ricchezza
che non passa con il tempo.
Ti auguro lunghi anni.
Possa il tuo cuore essere paziente come la terra
e il tuo amore caldo come l’oro del raccolto.
Possano i tuoi giorni essere pieni come lo e’ la citta’
e le tue gioiose come danzatrici.
Che le tue braccia siano accoglienti come una casa.
Che la tua fede sia duratura come l’amore di Dio
e il tuo spirito valoroso come iil tuo retaggio.
Possa la tua mano essere salda come un amico
e i tuoi sogni pieni di speranza come un fanciullo.
Che la tua anima sia coraggiosa come la tua gente
E che tu sia benedetto.

BENEDIZIONE VIVIFICANTE

sabato 21 febbraio 2009

Altre notizie sull’albero del NEEM

IL NEEM NELLA TRADIZIONE

Fonte: http://www.joytinat.it/Neem.htm

Nella tradizione Indiana il Neem occupa un posto di prestigio fin dai tempi in cui furono composti i Veda; era chiamato “Sarva Roga Nivarini” che vuol dire “uno che può curare tutte le malattie e tutti i malati”; già da allora la tradizione santifica ed incoraggia l’uso di questa pianta.

Foglie di Neem vengono tenute in bocca al ritorno dai funerali; un decotto di foglie di Neem, fiori, jaggery e mango fresco viene bevuto al primo dell’anno per la salvaguardia della salute; il Mahatma Gandhi aveva inserito le foglie di Neem nella Sua dieta quotidiana (sembra per il potere “raffreddante”); quando in una abitazione c’è un ammalato, sulla porta si espone un ramo di Neem per accelerarne la guarigione.

Una legenda:
“Una figlia voleva fare un lungo viaggio ma la mamma, pur non condividendo, viste le insistenze, acconsentì ad una condizione: nel viaggio di andata la figlia avrebbe dovuto dormire sotto un albero di Tamarindo (mitologicamente vi vivono i demoni), mentre nel viaggio di ritorno avrebbe dovuto dormire sotto un albero di Neem. Al quarto giorno di viaggio, dopo aver dormito sotto un albero di Tamarindo, la giovane fu colta da febbre e si ammalò; non potendo proseguire, decise di tornare. Nel viaggio di ritorno, come promesso, dormì sotto l’albero di Neem ed al terzo giorno era guarita”.

A puro titolo di accenno:
nell’ Astangahrdaya Samhita di Vagbhata compare fra i componenti di preparati contro febbre, vomito, lebbra, veleno, prurito, malattie urinarie, ferite;
durante la gravidanza, per promuovere il corretto sviluppo del feto;
in preparati contro paralisi, tumori della parte inferiore, emorroidi, tisi, inappetenza, malattie cardiache, pazzia, epilessia;
anche nel Caraka Samhita contro il vomito, contro problemi di pelle, edemi, come antiprurito, per alleviare la febbre, contro il deperimento, tosse, alterazioni della regione scapolare.


IL NEEM IN AGRICOLTURA:
Il nome persiano del Neem è Azad-Darakth che tradotto vuol dire Albero Libero.
Fin dal 1930 circa in tutto il mondo si è progressivamente diffuso l’interesse per lo studio delle possibilità di utilizzo del Neem in agricoltura, come insetticida, pesticida ecc.; i risultati decisamente incoraggianti di tali ricerche hanno consentito di isolare specifici costituenti utilizzabili come base per la realizzazione di quei prodotti.
Fra quei costituenti vi è l’Azadiractina che ha dimostrato azione repellente sugli insetti.
Dal 1970 in poi alcune imprese Statunitensi e Giapponesi cominciarono a richiedere brevetti su questa ed altre sostanze estratte dal Neem, fino a che le richieste di brevetti sono salite ad oltre 40.
Il problema è degenerato fino a che nella regione meridionale Indiana del Karnataka più di 500.000 agricoltori manifestarono contro il brevetto sulla vita, brandendo rami di Neem.
In seguito il Governo Indiano, grazie all’intervento di Tribunali internazionali, è riuscito a far revocare alcuni brevetti.
A sostegno della posizione Indiana è intervenuto anche il Parlamento Europeo.


CONCLUSIONI:
Laddove ce ne fosse necessità, ancora una volta possiamo constatare che quanto affermato dall’Ayurveda, anche a proposito del Neem, trova ampio riscontro e riconoscimento, sempre a posteriori, da parte della Scienza Occidentale moderna che purtroppo, invece di dimostrare apprezzamento e gratitudine tenta, con dolo, di appropriarsi di qualcosa che l’India ha già donato generosamente all’Umanità

Fonte: http://www.joytinat.it/Neem.htm

L’albero del NEEM, gli usi medicamentosi



Notizie tratte da: www.neem.it

Utilizzi del prodotto

Si consiglia sempre di verificare con il proprio medico e/o terapeuta la compatibilità dei prodotti con le cure e le terapie già in essere e per eventuali reattività personali

Uso interno:

Prestare cautela nell’uso della tintura madre. per la forte azione del Neem, specie se usata con bambini, donne in gravidanza o in allattamento.

Consultare il medico in caso di dubbi e situazioni particolari.

Anti – batterico
Appare significativo l’effetto su diversi ceppi batterici, sia Gram-positivi e Gram-negativi ed, in particolare, sullo Stafilococcus aureus, sullo Streptococcus pyogenes sulla Salmonella e l’Escherichia coli.

Candidosi vulvo-vaginale
Versare alcune gocce su un tampone e inserirlo in vagina. Rimuoverlo dopo 2-3 ore e ripetere più volte durante la giornata.
Applicare l’olio puro all’esterno e in profondità nella vagina in concomitanza.

Candidosi orale o mughetto
Miscelare in parti uguali la tintura madre e liquirizia in acqua e usare come collutorio ogni 3-4 ore.

Cuore
Il Neem tende a ritardare la coagulazione del sangue e a contrastare l’alta pressione.

Diabete
Le foglie di Neem sono usate da sempre come rimedio tradizionale per il diabete e questa loro caratteristica è stata ora provata scientificamente, anche per gli aspetti di prevenzione.
Il diabete è un disordine incurabile e cronico del metabolismo che si sviluppa quando il pancreas non è più in grado di produrre sufficienti quantità di insulina. Il livello di glicemia nel sangue si eleva rapidamente mentre il corpo è incapace di usare l’energia contenuta nello zucchero. Il diabete danneggia i nervi, le reni, il cuore e le arterie, causa cecità e possibili amputazioni.
L’assunzione orale di estratto delle foglie di Neem può ridurre in modo significativo le richieste di insulina per le persone insulino-dipendenti e l’accrescimento dello zucchero nel sangue.
Utilizzare 5-8 gocce di tintura madre per cercare di ridurre l’insulina e stabilizzare il livello glicemico.
Considerare l’assunzione di MSM.

Epatite B
La tintura madre. contribuisce a contrastare il virus che causa l’epatite.

Flatulenza e Meteorismi
Almeno due volte durante la giornata.

Funghi intestinali
Utilizzare la tintura madre per alcune settimane.

Gengiviti
Aggiungere una goccia al dentifricio. Per i risciacqui addizionare 1-2 gocce all’acqua.

Gola
Gargarismo con 2-3 gocce almeno sei volte al di per contrastare l’infezione causata da virus e batteri.

Infezioni urinarie
Tintura madre e aglio in capsule.

Orecchie
Per intervenire sul dolore, applicare 2-3 gocce di tintura madre. o inserire un batuffolo, non troppo in profondità, imbevuto con alcune gocce di tintura madre: e olio di Neem.
Con l’eliminazione dei batteri che causano il problema, si avrà un forte contrasto all’infezione e al dolore.

Stanchezza
Effetti positivi se impiegata per almeno 20-30 giorni.

Stipsi
Tintura madre e l’alga carrighenani per almeno sessanta giorni per cercare di riottenere una naturale mobilità intestinale.
Ripetere il ciclo dopo 2-3 mesi di pausa.

Stomaco
Efficace per bruciori e dolori.

Ulcere Peptiche – Duodenali e Gastriti
Il Neem è considerato, dalla medicina ayurvedica, come un valido rimedio ai problemi da ulcere e gastriti e questo risulta ora comprovato dall’assunzione dell’estratto delle foglie e dall’olio dei semi, iniziando con una dose minima sino a salire alla dose che dimostra di migliorare la propria situazione.
Offre una protezione e contrasta le lesioni gastriche duodenali.

Vitalità
Si può ottenere una maggior resistenza ai raffreddori e alle affezioni respiratorie, specie nella terza età.


Uso esterno:

ACARI (anche della scabbia): cospargere e massaggiare tutto il corpo e/o spruzzare sul letto un prodotto a base di Neem.

ACNE: causato dallo Stafilococcus aureus, contro cui il Neem è molto potente. Irrorare le eruzioni e massaggiare delicatamente: disinfezione, drenaggio, cicatrizzazione, sparizione dei dolori, avvengono in tempi brevi.

AFFEZIONI ALLE VIE RESPIRATORIE: le esalazioni del Neem hanno effetti balsamici. Si può usare l'olio per aromaterapia e nebulizzazioni.

ARTRITE: a molte persone l’olio da foglie riduce l’infiammazione causata dall’artrite, con un massaggio delicato e prolungato.

ARTROSI CERVICALE: coadiuvante del massaggio specifico, diminuisce i tempi di abbattimento del dolore.

BRONCHITI: vedi "affezioni alle vie respiratorie".

CALLI: massaggio a lungo con l’olio che idrata ed ammorbidisce.

CAPEZZOLI SCREPOLATI: umettare e massaggiare con una o più gocce (comprendendo le areole). Per donne in allattamento non va usato questo olio per via del sapore amaro poco gradito al poppante.

DEODORANTE funzione: l'olio di Neem inibisce o distrugge la flora batterica responsabile della decomposizione delle secrezioni (proteine e grassi) della pelle, con relativi cattivi odori.
Cospargere e massaggiare soprattutto le zone ascellari, inguinali, anali. Naturalmente, se l'olio è quello da semi e non addizionato con essenze profumate coprenti, si sentirà il suo caratteristico, forte aroma (dovuto anche ai suoi composti di zolfo, come nell'aglio).
Esperimenti in clima caldo umido (il più critico), hanno mostrato la possibilità di esenzione dal consueto cattivo odore ascellare per almeno tre giorni (senza il lavaggio quotidiano).
Camicie e giacche, di conseguenza, acquistano solo un leggero sentore di Neem in corrispondenza delle parli trattate.

DOLORI ARTICOLARI (da artrosi, artriti, strappi): miscelato a olio di mandorla (Neem dal 30 al 50%) per consentire, a parità della necessaria quantità di Neem, massaggi più prolungati.
ECCHIMOSI (da contusione): umettare e massaggiare con una o più gocce, secondo estensione. Si attenueranno o spariranno i dolori e si abbrevierà il tempo di ripristino.

ECZEMA: irrorare e massaggiare delicatamente escrescenze e croste, ogni giorno, fino al ripristino della pelle.
EDEMI-EMATOMI: cospargere e massaggiare. A seconda della causa, l'effetto sarà totale o coadiuvante di azione medicinale per via interna. In ogni caso si avrà un effetto drenante.

EMORRAGIE DAL NASO: se dovute a fragilità dei capillari, massaggiare l'interno delle narici, fin dove possibile, con una o due gocce per narice (in assenza di fuoruscita di sangue).

EMORROIDI: spargere con delicatezza e far assorbire (in assenza di fuoruscita di sangue). Si attenueranno progressivamente i dolori come i gonfiori e si avrà un rinforzo delle mucose, che tenderanno sempre meno a lacerarsi.

ERITEMA DA PANNOLINO: usare senza problemi l'olio di Neem, anche la crema e la saponetta risultano molto efficaci per ridurre in breve tempo il rossore e l'irritazione della pelle.

FERITE (graffi, escoriazioni, tagli, lacerazioni): tamponata la fuoruscita di sangue, spargere l'olio e massaggiare con molta delicatezza. Si avrà una potente azione antisettica, la sparizione o attenuazione del dolore (secondo tipo ed entità della ferita), una più veloce cicatrizzazione e ripristino della pelle. L'olio non dà il minimo bruciore, neanche sulla carne viva (è quindi ideale per l'impiego sui bambini).FORFORA: massaggiare il cuoio capelluto con alcune gocce di olio (più i capelli sono folti e lunghi e più ne accorreranno). Di solito la causa é interna all'organismo, ma, anche se non viene rimossa, si elimina almeno questa sgradevole manifestazione esterna. Tuttavia è bene provvedere anche a una cura interna.

FORUNCOLOSI: in ogni caso irrorare e massaggiare per disinfettare, drenare, cicatrizzare e togliere pruriti e dolori.

GELONI: cospargere di olio e massaggiare. Ripetere fino a sparizione.GENGIVITI (e altre infiammazioni dei cavo orale): in assenza di dentifricio al Neem, aggiungere una goccia d'olio a un comune dentifricio sullo spazzolino da denti. Per risciacqui si può mettere in bocca un po' di dentifricio con 1-2 gocce d'olio, poi l'acqua necessaria. In ogni caso cesseranno i dolori. Il gusto amaro dell'olio sarà bilanciato da un dentifricio "dolce".

GHIANDOLE SUDORIFERE infiammazione: irrorare e massaggiare la pelle nella zona sovrastante alle ghiandole.
HERPES LABIALE E CORPOREO: irrorare con una o più gocce (secondo estensione) e massaggiare delicatamente le eruzioni, che saranno drenate, mentre spariranno in pochissimo tempo bruciori e dolori. Poiché l'olio é molto amaro, operare con precisione sulle labbra, per evitare di "mangiarlo".

IGIENE GENITALE: applicare sulle parti su cui si forma flora batterica (es.: prepuzio/glande del pene) e massaggiare.

INSETTIFUGA funzione: in assenza del prodotto specifico a base di Neem (e se non dà fastidio il forte aroma dell'olio puro), spargere e massaggiare sulle parti da proteggere, fino a completo assorbimento (non si ungeranno vestiti e lenzuola). Per lo più si noterà che gli insetti (soprattutto le zanzare) tenderanno a volare vicinissimi alla pelle "trattata" senza posarsi. In luogo aperto e ventilato, dove l'esalazione dalla pelle è meno intensa, può succedere che qualche zanzara si posi e cerchi di pungere, ma, iniziata la penetrazione, sentirà l'effetto dei Neem nella pelle impregnata e interromperà l'azione. Si vedrà sulla pelle un segno leggero senza rigonfio (e prurito).

IRRITAZIONI DELLA PELLE (anche con arrossamenti): un massaggio delicato con questo olio, risolve e toglie anche il bruciore.L'azione è idratante, ammorbidente, lenitiva, disinfettante. Nel caso di neonati e infanti (attrito dei pannolini, contatto prolungato con urina e feci) l'olio di Neem è garanzia di assoluta tollerabilità da parte della loro pelle tanto delicata.

LABBRA SCREPOLATE: umettare e massaggiare con una o due gocce, come per "herpes labiale" (vedi).

NERVOSISMO: in molti casi, l'esalazione dell'olio, se inalata, agisce da calmante dei sistema nervoso centrale e l'olio può essere impiegato per aromaterapia. Il forte aroma che alcuni potrebbero non gradire, può essere coperto dall'aggiunta di altri oli aromatici (es.: limone).

PEDICELLI (escrezioni lipidiche): irrorazione e massaggio hanno un effetto drenante e, col tempo, essiccante.

PELLE SECCA: può dipendere da molte cause, ma il trattamento (irrorazione e massaggio) é sempre efficace.
PIAGHE DA CARENZA DI VITAMINE: anche se la soluzione radicale consiste nell'assunzione delle vitamine carenti, almeno l'olio provvede alla riparazione dei tessuti e all'abbattimento di dolori e bruciori.PIDOCCHI: cospargere e massaggiare capelli (meglio se tagliati corti) e cuoio capelluto. Vengono distrutte subito le uova e in breve tempo i parassiti. Molto indicato e sicuramente efficace lo shampo.

PIEDE D'ATLETA: le desquamazioni interdigitali dei piedi, dovute al fungo Tricophyton, spariscono in pochi giorni così come le lesioni più profonde, anche dolorose. Dopo l'applicazione si ha un gradevole senso di frescura tra le dita.

PRURITO EPIDERMICO (anche anale e genitale): spargere l'olio e massaggiare (l'effetto lenitivo si ha anche se non vengono rimosse le cause, che richiederanno cure specifiche).

PSORIASI: il Neem è particolarmente efficace in questo trattamento durante il quale idrata e protegge la pelle, mentre opera per eliminare i batteri e guarire l'irritazione, la desquamazione, le lesioni. Si consiglia inizialmente di lavarsi con sapone al Neem (o shampo se la pelle è molto sensibile) per uccidere i batteri e rimuovere le cellule morte.

PUNTURE DI INSETTI E PARASSITI: se non si è protetta prima la pelle, applicare e massaggiare sopra e intorno ai rigonfi, che caleranno in breve tempo, mentre spariscono quasi subito pruriti o dolori. Se i rigonfi vengono rotti, cicatrizzeranno in poco tempo.

RAFFREDDORI DA VIRUS: se derivati dall'impianto di virus nelle narici, massaggiarne l'interno con una o due gocce d'olio.E' meglio però farlo preventivamente (in stagione e luoghi a rischio) per tener disinfettata la parte.

SCOTTATURE LEGGERE: massaggiare con una o più gocce l'area interessata, delicatamente: il bruciore cesserà in pochi minuti.

SCOTTATURE PESANTI: (ustioni con bolle e ulcerazioni anche motto estese e dolorose) spargere l'olio con delicatezza sulle parti interessate che saranno così idratate, disinfettate, drenate e protette da contaminazioni. Ripetere l'applicazione mano a mano che l'olio viene assorbito. Non massaggiare se i dolori sono forti e le ulcerazioni profonde.

SCOTTATURE SOLARI (con eritemi più o meno intensi: se con ulcerazioni, vedi "scottature pesanti"): vedi "scottature leggere". Si avrà anche il vantaggio di un effetto insettifugo.

STRAPPI MUSCOLARI: per abbattere i relativi dolori, massaggiare a lungo con la necessaria quantità di olio. Per zone estese miscelare con olio di mandorla (vedi "dolori articolari").

UNGHIE E PELLICINE protezione e rinforzo: umettare e massaggiare a lungo.

VENE VARICOSE: irrorazione e massaggio (delicato) della zona interessata attenuano o tolgono i dolori, ridanno spessore alla pelle, rinforzano la rete capillare superficiale.

VERRUCHE: irrorazione e massaggio ammorbidiscono, drenano, riducono.

Notizie tratte da: www.neem.it

L’albero del NEEM, “la farmacia del villaggio”


Notizie tratte da: www.neem.it

Il Neem è un albero della famiglia delle Meliaceae nativo dell'India e della Birmania. Questa pianta ha numerose proprietà medicamentose, tanto che in India lo chiamano "la farmacia del villaggio".

Per secoli gli Indiani sono ricorsi a questa pianta per curare dolore, febbre e infezioni. Credendo che il Neem aiuti a depurare il sangue, all'inizio di ogni anno molti indù ne mangiano qualche foglia. Inoltre si puliscono i denti con i suoi rametti, curano i disturbi della pelle con il succo ricavato dalle foglie e ne bevono l'infuso come tonico.

Negli ultimi anni gli scienziati hanno manifestato crescente interesse per il Neem e per le sue numerose proprietà curative. Tuttavia una relazione scientifica che illustra i possibili impieghi di questa pianta avverte: “Anche se pare che le possibilità siano quasi illimitate, non si sa ancora nulla di preciso sul neem.
Nondimeno la relazione dice anche: “Due decenni di ricerche hanno messo in luce risultati promettenti in così tanti campi che questa oscura specie potrebbe tornare enormemente utile sia ai paesi poveri che a quelli ricchi. Perfino alcuni dei ricercatori più cauti dicono che il 'neem merita di essere definito una pianta portentosa'”.

Nel Neem sono stati identificati più di 40 composti attivi e le sue principali proprietà sono:

- anti-infiammatorie, come contrasto o per la diminuzione dell’infiammazione o dei suoi effetti;
- anti-piretiche, per la diminuzione della febbre e del calore interno;
- anti-elmintiche per aiutare la distruzione interna e esterna dei parassiti, vermi, funghi e muffe;
- anti-virali,in quanto inibisce lo sviluppo dei virus e previene che essi entrino e infettino le cellule;
- anti-sebarroiche;
- purificatrici del sangue, con forte effetto disintossicante generale;
- astringenti per rendere solidi i tessuti e gli organi;
- epato-protettrici;
- eliminatrici di amebe, di larve e nematodi.


Una farmacia chiamata Neem

Il Neem è utile alle persone in molti modi.
I semi e le foglie contengono dei composti che hanno rivelato proprietà antisettiche, antivirali e fungicide. Secondo alcuni, potrebbe essere efficace contro le infiammazioni, l'ipertensione e le ulcere. Si dice che medicinali ricavati da estratti del Neem combattano il diabete e la malaria.
Una sostanza ricavata da questa pianta, detta salannina, è un forte repellente per certi insetti che pungono. È in commercio un insettifugo contro mosche e zanzare ricavato dall'olio di Neem.
Il Neem è utile per l'igiene della bocca. Milioni di indiani staccano ogni mattina un rametto di questa pianta, ne masticano l'estremità per ammorbidirla e poi si strofinano i denti e le gengive. Le ricerche indicano che ciò è utile perché le sostanze contenute nella corteccia hanno un forte potere antisettico.
L'olio ricavato dalla pianta è un potente spermicida e si è dimostrato efficace per ridurre la natalità degli animali da laboratorio. Esperimenti effettuati su scimmie fanno pensare che i composti ricavati da questo albero potrebbero anche portare alla produzione di una pillola anticoncezionale per gli uomini.


Il Neem è detestato dagli insetti

Agli abitanti dell'India è noto da tempo immemorabile che le foglie del Neem allontanano gli insetti molesti; per questo mettono foglie di Neem nei letti, nei libri, nei recipienti, nelle credenze e negli armadi.
Nel 1959 un entomologo tedesco e i suoi allievi, dopo avere assistito nel Sudan a un'impressionante piaga di locuste, che divorarono le foglie di tutti gli alberi tranne quelle del Neem, si misero a studiare questa pianta con grande impegno. Gli scienziati hanno appreso da allora che il complicato arsenale chimico del Neem è efficace contro oltre 200 specie di insetti, come pure contro vari acari, nematodi, funghi, batteri e perfino diversi virus.
I ricercatori hanno fatto un esperimento, mettendo in un contenitore foglie di soia insieme a coleotteri giapponesi. Metà di ciascuna foglia era stata irrorata con estratto di Neem. I coleotteri hanno divorato la metà non irrorata di ogni foglia, ma non hanno toccato le parti trattate. Sono morti di fame piuttosto che mangiare anche piccole parti delle foglie trattate.
Esperimenti di questo tipo fanno pensare alla possibilità di produrre un pesticida poco costoso, non tossico e di facile preparazione in alternativa a quelli sintetici.
Nel Nicaragua, per esempio, gli agricoltori mettono nell'acqua semi tritati di Neem: 80 grammi di semi per ogni litro d'acqua. Tengono a bagno per 12 ore i semi pestati, li scolano e poi irrorano le colture con quest'acqua. I prodotti ricavati da questa pianta non uccidono direttamente la maggioranza degli insetti. Questi spray alterano i processi vitali dell'insetto, che alla fine non riesce più a nutrirsi, riprodursi o fare la metamorfosi. Ma anche se i prodotti ricavati dal Neem sono efficaci contro gli insetti, non sembra che siano nocivi per gli uccelli, gli animali a sangue caldo e gli esseri umani.


Pulizie domestiche
E’ facilmente possibile creare un deodorante-disinfettante semplicemente utilizzando 1 cucchiaino di olio puro di Neem in 1 tazza di acqua calda/tiepida in una bottiglia spray sia per il bagno che la cucina : si uccideranno batteri, germi e funghi.
Aggiungere due cucchiai di olio in un secchio d’acqua usato nelle pulizie, per ottenere un forte effetto repellente a tutti gli ospiti visibili e occulti indesiderati.


Notizie tratte da: www.neem.it

Esiste un mondo dove la saggezza


Esiste un mondo dove saggezza
è saper curare il corpo
senza dimenticare lo spirito

Frase tratta da “I Cinque Tibetani”, Macro Edizioni

sabato 7 febbraio 2009

Il viaggio


Cos’e’ un viaggio? Qual’e’ il momento in cui il viaggio ha inizio?

Che cos’e’ una partenza? Quando c’e’ un arrivo?

La meta e’ l’arrivo del viaggio? E qual’e’ nel viaggio l’obiettivo?

Il mio viaggiare e’ sorpresa, cambio di programma, imprevisto. Andare per il gusto di andare, andare per il gusto di scoprire, andare per il gusto di vivere. Vivere appieno, nella sua totalita’, le sfumature di un viaggio. Fare della strada…

Il viaggio e’ l’obiettivo, non il luogo non la meta. La meta e’ solo una delle tante destinazioni possibili, un nome, non il viaggio. Calarsi nel movimento, fermarsi quando necessario, prendere e spendere il proprio tempo…

Nel viaggio oggi sembra che il tempo sia un fattore primario, fondamentale, ma il tempo non e’ che uno degli strumenti possibili. I tempi di attesa sembran delle maledizioni, non delle avventure. Il tempo d’attesa e’ parlare con il proprio vicino, soffermar l’attenzione, cogliere un particolare, incrociare uno sguardo…

Adattarsi, mettersi alla prova, calarsi nella parte, confrontarsi, rispettare, imparare… ecco dal viaggio c’e’ sempre qualcosa da imparare, qualcosa da cogliere, qualcosa per cui sorridere. Viaggiare e’ respirare tutte le situazioni possibili, andare incontro alla vita. Sta a voi scegliere quale.

Nel mio Kenya io viaggio con tutti i mezzi disponibili: i miei piedi, i taxi, le machine, i tuk tuk, i pulmini, le biciclette, i matatu… solo cosi riesco a cogliere con lo sguardo la valigia di legno di un anziano signore, i pacchi di cartone legati con una corda, il luogo dove le vecchie signore rugose (i dinosauri…) tengono i propri pochi averi (un pezzo di stoffa legato al collo), gli snack che sgranocchiano i giovani, i bambini che tornano a casa da scuola, le sfumature di una tribu’ rispetto ad un’altra…

Viaggiare per arrivare non mi ha mai interessato.

Buon viaggio.

R. Msafiri

Il gusto di camminare


Camminare… ad ogni passo e’ come se mi si risvegliassero tutti i passi mossi in precedenza… un piede davanti all’altro, il ritmo lento dei propri piedi, destro sinistro destro sinistro, scarpe ciabatte piedi… polvere terra sabbia, roccia vento pioggia, sole nuvole cielo… lo sguardo lontano, la mente si distende e lo spirito si eleva…

Camminare… non si puo’ raccontarlo, bisogna viverlo.

Potrei raccontare mille storie sul camminare, sull’arte del muoversi, sulla poesia fluida del movimento che penetra ad ogni passo nel terreno e che ne riceve la spinta per elevarsi al cielo…

Camminare non e’ una mera successione di passi ma una mescolanza di incontri, e’ un incontro di sguardi, di mani da stringere e di situazioni da vivere. Cogliere particolari, sfumature, luci suoni profumi e colori. Un’arte nobile e vecchia quanto il mondo.

Piacere e fatica, privazione e liberta’, rivoli di sudore e panorami, piedi gonfi e particolari, sedersi risposare aspettare, alzarsi camminare andare… un fremito di piacere che pervade e scuote il mio corpo.

Camminare… mi si illuminano gli occhi.

Buon passo dopo l’altro

Roberto Msafiri

martedì 3 febbraio 2009

Le strade della bellezza






Tutto il mondo è paese, fa piacere sentirsi belle. E per essere belle la strada passa anche di qui: arricciar i capelli e annodar estention… ma se poi soldi e strumenti mancano, et voilà un bel nodo economico in posa per 10 minuti sulla testa. Il risultato è il capello mosso a costo zero.

Effetto assicurato. Provare per credere. Tecnica made in Kenya.

Dormire aiutando i bambini orfani


Ogni tanto succede qualcosa di buono anche a Malindi, a vantaggio dei più poveri e dei più deboli, senza tanti fronzoli e orsetti.

Una guest house dal nome che mi fa riflettere: Blessed Generation. Ma chi è poi veramente la generazione benedetta?

Camere vista mare che aiutano i bambini orfani. Anche questo è Malindi…

Khanga, una sentenza da indossare (14)


Mama nipe radhi kuishi na watu kazi

Mamma dammi la benedizione per vivere con gli altri

Khanga, una sentenza da indossare (13)


Harusi ni nguzo kwa jamii

Marriege is a fondation of the family

Il matrimonio è il fondamento della famiglia

Khanga, una sentenza da indossare (12)


Mungu bariki ndoa hii

Dio benedica questo matrimonio

La colpa in noi stessi


La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi.

William Shakespeare, tratto dal “Giulio Cesare”

L’indirizzo di casa




Avete mai provato a chiedere l’indirizzo di casa ad un keniano?

Where you live? Please, do you write for me your address?

In Kenya chiedere l’indirizzo di casa a qualcuno e’ una cosa che ha poco senso e che molto probabilmente si rivelera’ inutile, potreste ricevere una vaga e imprecisata risposta ritrovandovi in mano un foglio di carta spiegazzato e pieno di scarabocchi... visto che qui (nella stragrande maggioranza dei casi) non esistono ne nomi delle vie ne numeri civici.

Prendono carta e penna e iniziano a disegnare un’improbabile mappa che e’ chiara solo nella testa del disegnatore, mappa che poi inizia ad argomentare cambiando ogni volta qualche indicazione. Se nei paraggi ci son altre persone, questi diventano partecipanti di una discussione allargata, suggerendo o aggiungendo particolari più o meno utili. Oppure potreste ricevere un foglio di carta con su scritto il P. Box, l’indirizzo della casella postale, sempre che l’abbiano. Oppure potrebbero guardati con gli occhi smarriti.

Ma non preoccupatevi perché il bello deve ancora venire: la sfida più grande sarà il non perdersi per strade viuzze e campi, magari con alla guida un driver che non ha la più pallida idea di dove dovete andare.

Perché una delle simpatiche specialità dei driver keniani (e di molte moltissime altre categorie) è che non sanno dire NO – NON LO SO – NON SO DOVE SIA, anzi, pur di guadagnare qualcosa, prendono ed iniziano ad andare senza nemmeno aver ben capito la direzione.

Provare per credere. Buona fortuna,

Rob

Scorre veloce la notte


Scorre veloce la notte oltre il vetro di questo matatu... inganno il tempo sgranando arachidi tostate dal sole, e l’altra mano, fuori dal finestrino, a tagliare l’aria accarezzando le ombre lunghe che si muovono nella notte…

Matatu Mombasa-Malindi

Si beava dell’aria che respirava


E qualcosa mi diceva
che ogni fiore si beava
dell'aria che respirava…

Wordworth & Coleridge

Metti una sera a cena




Come si fa a non esser felici quando ti aprono le porte di casa per un invito a cena sapendo che sei il loro secondo muzungu che va a fargli visita?

Venerdi 5 settembre 2008, località Chocha, un grande villaggio alla periferia nord di Malindi.

Luce bassa sopra le fronde delle palme, il sole scompare colorando di rosa le poche nuvole sospese nel cielo... scendo dal matatu con un grosso scatolone in mano, facce incuriosite a bordo strada iniziano a guardarmi, nei loro occhi leggo parole non dette “Che ci fa un muzungu qui a quest’ora della sera?”. Fortunatamente dopo un po’ viene a prelevarmi William...

Attraversiamo la strada e prendiamo un sentiero tra capanne di fango e makuti... a illuminare i miei passi incerti soltanto fioche luci di qualche lampada a cherosene e i fuochi delle donne che sedute a terra rimestolano dentro pentole fumanti sulla strada... una scuola, un campo da calcio senza erba, facce nascoste dal buio e dalle ombre della notte, e poi in lontananza la luce di una lampadina, la casa di William, unico fabbricato in muratura dotato di corrente elettrica.

Bambini, bambini ovunque, sembran dopati dall’arrivo del muzungu, varchiamo la soglia di casa, son le 8:00 di sera, altri bambini distesi a terra, “Jambo, Jambo, Habari? Mzuri! Na wewe? Mzuri sana! Karibu!! Asante!!!” e cosi faccio conoscenza di moglie figli parenti cugini e vicini di casa... tanti saluti e mille sorrisi, tutto il villaggio e’ li a guardare, e i bambini son ora arrampicati alla finestra a chiedere “caramella, caramella”.

Mi fanno accomodare nella stanza della lampadina, un tavolino al centro e qualche sedia attorno, a me hanno riservato l’unica poltrona di casa, son l’ospite d’onore!!!

Apro lo scatolone delle meraviglie, regali per l’invito a cena, una bottiglia gigante di fanta un’altra di coca cola (per i bambini del vicinato), un pacchetto di sigarette con una bottiglia di Kenya Ken (rum made in Kenya, per l’uomo di casa), un kikoi (per la moglie del padrone di casa), 2 Kg di riso basmati (gli si sono illuminati gli occhi!!!), una torta fatta con le mie mani (ambito regalo per tutte le bocche), vestitini per i bimbi, penne pennarelli gomme e quaderni... ed una bottiglia d’acqua naturale per me (sempre meglio portarsene dietro una!). Son tutti esterefatti, quanti regali! Gli occhi che sorridono, grazie grazie, asante sana!!! Mungu akubarichi! (Che Dio ti benedica!)

Viene servita la cena, wali wa nazi & kuku (riso al cocco con pollo), chapati, qualche patata, ma la moglie? Non mangia con noi, nella stanza della lampadina solo ospiti e uomini, le donne stanno altrove in compagnia dei bambini...

Son bellissimi i suoi due figli, una femmina di 8 anni radiosa come il sole e il piccolo maschietto di 3 anni quieto come un geco. Meta’ Giriama (moglie) meta’ Luo (William)

Con assoluta dignità e con un’immensa ospitalità godo questa spartana cena (spartana agli occhi di un muzungu, da festa d’onore per i canoni keniani), respirando il calore che il popolo keniota sa trasmettere. È bello poter condividere qualcosa, entrare nel loro quadretto famigliare, provare a mangiare con le mani facendo ridere tutta la banda, portare doni e sorrisi...

Grazie William, grazie... anche questa è un’esperienza made in Kenya.

Chakula cema (buon appetito) e lala salama (buona notte), Muzungu Rob

Khanga, una sentenza da indossare (11)


Mungu in wetu sote

Dio per noi tutti

Johannes Itten, il colore



Il colore è vita, un mondo senza colori sembrerebbe morto.
Come la fiamma produce la luce, la luce produce il colore.
Come l'intonazione conferisce colore alla parole parlata,
il colore conferisce un suono spiritualmente realizzato alla forma.
(...) Cosa sarebbe il mondo senza colori?
Un universo infelice di ombre

Johannes Itten

Tiwi (parte 2)





Barche di pescatori a riva ad attendere nuovamente l’alzarsi della marea… granelli di sabbia bianca in cui far sprofondare dolcemente le dita dei piedi…

Camminare, l’occhio curvo a terra che cerca conchiglie, bianchi pezzi di corallo che la forza del mare ha strappato alla barriera corallina…

Palme che sfidano il soffio dell’oceano e che suonano la musica del vento, per poi, passo dopo passo, arrivare alla foce del Kongo River, un piccolo fiume da guadare, l’acqua che non sa dove andare, il fiume che scorre contro un oceano che spinge…

Sullo sfondo una distesa di baobab, immensi alberi secolari piovuti a testa in giu’ dal cielo, e la’, su una radura vicino al fiume, la vecchia moschea Kongo che troneggia indisturbata, meta del mio pellegrinare.

Un ragazzo di nome Alì rasetta a terra, cappellino mussulmano in una bianca tunica lunga sino ai piedi, nei suoi occhi il riflesso del sole.

La moschea Kongo è una delle poche (se non l’unica rimasta) moschea in roccia corallina (appartenente alla cultura swahili) ancora in funzione sulla costa. Tutte le altre non sono che rovine, monumenti a testimoniare la gloria e la ricchezza di un tempo passato…

Chiedo gentilmente ad Alì se posso entrare, mi guarda, lo guardo, cerco di fargli capire tutto il mio rispetto. Ok va bene, si entra da quella parte, c’è da lavarsi i piedi, mi allunga un pezzo di stoffa, devo coprir la nudità delle mie gambe, entro, deposito sul pavimento le mie cose, dentro è fresco e non c’è nessuno, c’è odor di salsedine, son emozionato, felice, è la prima volta che entro in una moschea, e questo luogo emana un’energia speciale, sentendomi un privilegiato ospite d’onore.

Sottovoce gli pongo i miei mille quesiti, gli chiedo quali gesti e quali azioni compie un buon mussulmano quando si reca in una moschea come questa, dove va e cosa fa, mi risponde che siede legge e prega…

Gli chiedo se posso trattenermi un po’ di tempo per pregare, in solitudine e in silenzio. Acconsente. Mi siedo vicino ad una colonna su tappeti troppo logori che han visto tempi migliori, tappeti che raccontan la storia delle persone che “vivono” questo luogo, e se si sta in silenzio, si riesce a udire il loro canto che si perde nel fruscio del vento…

Rimango lì seduto ad occhi chiusi (in seiza) un tempo imprecisato, mi chino portando la fronte a terra, e prego… prego un Dio universale, ciò che sta al di sopra delle cose delle persone e delle religioni, quell’entità o quell’essenza che permea tutto e che non è rinchiusa tra le righe e le parole dei testi sacri. Le religioni non sono che alfabeti, un mezzo per comunicare, perché la somma essenza non ha ne codici ne nomi…

Un rumore di passi, qualcuno che entra e siede sfogliando le pagine di un libro, sarà il corano? Lentamente apro gli occhi e mi alzo, saluto Alì uscendo e pongo la mia offerta votiva in una cassetta.

Dirigo i miei passi verso il fiume, barcaioli annoiati in cerca di turisti si sbracciano gesticolando qualcosa, vado oltre e riprendo il cammino… uccelli fenicotteri… le curve del fiume… baobab e mangrovie, granchi che sgambettano nascondosi dentro le loro tane… ragazzi che spaccano conchiglie per estrarre il mollusco che gli farà da esca, nell’altra mano la lenza, amo e filo arrotolato ad un pezzo di legno…

Fotografo nella memoria questa pace e questo silenzio, ciao Tiwi, è giunto il momento di prendere il matatu per tornare a Malindi…

Robato Msafiri

Elettricità in città




Norme di sicurezza? Inquinamento elettromanietico? Dispersione ed efficienza? Vane parole nella terra a cavallo dell’equatore…

Breve panoramica dell’elettricità a Mombasa

Mitica Piaggio!




Deve aver fatto furtuna qui la Piaggio, tra vespe e ape car ha invaso le tutte le strade percorribili del Kenya. I tuk tuk (l’ape car adattata a taxi) sono onnipresenti. Qualità made in Italy. Scoppiettano e scatarrano avvolti dal loro stesso baccano. E le vespe? Presenti anche se in minoranza… il mercato delle due ruote (e delle auto) è in mano all’Est e alla Cina.


Netturbini a Malindi




Sembra incredibile che la professione del netturbino, l’omarino con la ramazza in mano, esista anche qui a Malindi. A veder la condizione delle strade in città e conoscendo i loro disinteressati modi del gettare qualsiasi cosa non serva più per terra o fuori dal finestrino… Per loro l’immondizia non è un problema, ci convivono, la bruciano davanti a casa o per la strada.

Dovreste veder poi le condizioni di lavoro dei netturbini col camion, dotati soltanto di una pala e di un piccolo sacco logoro… qui per le strade non esistono cassonetti, la gente butta in appositi angoli (ma anche ovunque!) la propria immondizia, formando sgradevoli montagnole maleodoranti… Ogni tanto qualcuna prende fuoco, spesso qualcuno ci va a ravanare, immancabilmente vedrai capre e galline andarci a mangiare…

E tra tutto questo i due omarini con gli stivali (i più fortunati hanno anche i guanti e un fazzoletto sul naso!) la raccolgono con la pala per metterla sul sacco, per poi gettarla sul cassone del camion con le mani… altro che comodamente seduti a premere un bottone e tutto è fatto!

Poverini, qui non se la passan tanto bene i netturbini!