Andare a scuola… tutti rigorosamente con la propria divisa, che varia da scuola a scuola. Giallo-blu, rosso-verde, verde-arancio, rosa-verde, giallo ecc…a quadretti o a tinta unita. L’importante è averne una uguale per tutti i bambini e bambine.
Camminano e camminano, con la loro camicia e con i loro pantaloncini corti, per i più fortunati la scuola è nel villaggio, ma in molti villaggi la scuola non esiste, e allora camminano, con il sole o con la pioggia, attraversando strade urbane o sentieri nella savana, i più grandi aiutano i più piccoli dando a loro un occhio…
È bello poter assistere a questa processione scolastica, ed è ancora più bello poter andare a far visita ad una scuola durante l’orario delle lezioni… tutti che fanno festa, tutti che ti salutano, la stretta di mano dei professori, il jambo dei bambini, ascoltare il canto delle loro canzoni, il tuo cuore che si allarga espandendosi in un abbraccio di gioia e d’amore. Amore per la vita…
Portare dei regali, che siano quaderni o pennarelli, penne o pastelli, una mappa o dei gessetti - una nuova canzone da imparare - qualsiasi cosa che possa essergli utile… perché non c’è gioia più grande di poter spender del tempo con i bambini e poterli aiutare.
E allora penso alla fortuna dei tanti bambini wazungu nei paesi del Primo Mondo, con le loro scarpe nuove, i loro vestiti firmati, lo zaino alla moda, l’inutile cellulare in tasca sempre pronto a spedir messaggini cretini agli amichetti di turno, con il dovere di esser sempre reperibili e sotto controllo da parte dei propri genitori…
Cosa dovrebbero dire e fare i tanti genitori dei tanti bambini masai che abitano nei villaggi vicino al monte Kilimangiaro, che nel tragitto dalla loro manyatta (casa di fango) alla scuola gli può capitare di incontrare un branco di elefanti? (fortuna che nel periodo delle grandi migrazioni le scuole sono organizzate per lasciare a casa in vacanza i bambini) Loro che non hanno distributori automatici di bibite zuccherine e di merendine da spot televisivo ma devono andare al pozzo distante centinaia di metri (magari kilometri) per poter riempire il loro barile d’acqua giornaliero e mangiando magari della polenta coi fagioli?
Conosco genitori a Malindi che vanno a chiedere al preside della scuola se per piacere può accettare i propri figli anche se non hanno l’uniforme obbligatoria perché la famiglia non può sostenere al momento questo costo… Quanta fortuna sprecata nella vecchia Europa e nel Nuovo Mondo…
Con il matatu attraverso i molti villaggi nati sulla strada per Mombasa, bambini che camminano, bambini che sono già a scuola, bambini che si arrampicano sugli alberi, bambini in cortile, bambini che giocano con altri bambini, chi con le scarpe e chi senza, e allora sorrido ai tanti bambini wuzungu (e ai loro premurosi genitori) che all’idea di togliersi le scarpe sull’erba fresca e umida inorridiscono, dicendo che la terra è sporca, che la sensazione dei piedi umidi di rugiada è fastidiosa… blahh!!! A piedi nudi sull’erba! Che schifo sarà mai!
Loro che son figli del cemento e del giardino di plastica, figli dell’erba sintetica e dei parchetti dove far scagazzate il proprio cane da poltrona… l’erba fresca! A piedi nudi!
Quanta distanza tra questi due mondi…
Robato on the road