sabato 9 agosto 2008

Chissà dove sta la ragione...



Quando le mie orecchie l’han sentita pronunciare mi è subito venuto un prurito alla testa:

“Meglio non intervenire cambiando il loro stile di vita e modificando le loro abitudini”

Questa frase muzunga, detta cosi, fuori contesto tra muzunghi, può dare (e darà) adito a molti commenti ed ad altrettanti fraintendimenti.

Suona quasi brutale, quasi come una violenza, ma al tempo stesso risuonare come un segno di rispetto, una volonta’ a non sconvolgere – dimenticando l’immediato e guardando sulle lunghe distanze.

Potrà sembrar difficile a credersi.
Potrà sembrar disumana.
Potrà sembrar che nelle cose c’è da esserci dentro.

Tutto si semplifica quando si e‘ spettatori lontani e distaccati. I facili commenti bussan sempre alla porta... come sempre, tutto dipende dai punti di vista. Tutto dipende dallo sguardo d’insieme nelle cose.

Mi soffermo a riflettere, mi soffermo a trovar un punto d’incontro, un’intesa tra le parti, cercando di non scivolare ne a destra ne a sinistra, soprattutto cercando di non calpestare luoghi comuni e scontatezze gia sentite. Lascio da parte il perbenismo e il moralismo per stare lì nel centro, ben focalizzati, ben centrati, con occhi ben aperti e braccia tese ad accogliere. Attivi, e non passivi. Perché aiutare non vuol dire stravolgere. Aiutare non vuol dire veder il mondo a propria immagine e somiglianza. Ne verrebbe fuori solo un gran caos provocando una gran frustrazione… perdendo cosi di vista la realta’ delle cose.

“Meglio non intervenire” – ce ne sarebbe da dire…
“cambiando il loro stile di vita” – aver rispetto per le civiltà?
“modificando le loro abitudini” – per non sentirsi spaesati…

C’è che la verità come sempre non stà ne qui e ne là. Ognuno avrebbe i propri validi motivi, ognuno i propri validi interessi. Guardare e non toccare. Agire senza ferire. Fare senza approfittare...



Se fossimo documentaristi e stessimo girando delle riprese nella savana e vedessimo una piccola gazzella che sta per essere sbranata dal leone dovremmo intervenire? La risposta e’ sicuramente no... come natura crea, natura distrugge, e cosi si compie il ciclo della vita.

Se fossimo documentaristi e vedessimo un piccolo pinguino che rischia di esser acchiappato da una foca dovremmo intervenire? La risposta e’ no... ma se fossimo documentaristi e stessimo filmando delle foche che vengono uccise da bracconieri per prender loro le pelli dovremmo intervenire? Per il documentarista no... ma per molti altri si...

E se fossimo tanti uomini bianchi in Africa e vedessimo tanti uomini neri in una condizione socio-economica nettamente dispari, cosa dovremmo fare? Dovremmo intervenire?



Se la risposta e’ si, cosa e come potremmo/dovremmo fare? Esiston strade eque e giuste da inseguire? Esiston soluzioni indolore?

Dovremmo chiederci prima di tutto “cosa vuol dire aiutare”, cercando di pensare (e di capire) anche le conseguenze che un “aiuto” del genere può aver sulle immediate e lunghe distanze. Non è tutto cosi semplice come sembra.

Macro-domande che scaturiscono osservando micro-situazioni... perche’ nel tanto c’e’ sempre l’ombra del poco. E non e’ con il “sentir pena” che potremmo cambiare (migliorando? e per chi?) le cose...

Alla prossima puntata uomini bianchi del Bel Paese

Un osservatore muzungu in terra d’Africa

2 commenti:

Anonimo ha detto...

jambo freind roberto, hope you it well here in kenya.

Anonimo ha detto...

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