domenica 5 ottobre 2008

Ognuno col proprio respiro


Respirare, meditare, guardarsi dentro, sentirsi senza parlare... Sembran concetti alieni sulle rive dell’Oceano Indiano, azioni impossibili, derisibili, insostenibili…

Ogni abbiam provato con la Kundalini di Osho, forse è andata un po’ meglio del solito, ma si e’ ben lontani dall’obiettivo… obiettivo che è provare a centrarsi e armonizzarsi, sentirsi e respirare, unire il proprio corpo con la mente, sincronizzarsi e integrarsi…

All’inizio c’e da sentirsi avviliti, scoraggiati, sembrava inutile, per sapendo che gli inizi son difficile per chiunque, europei e africani, e poi…

Poi mi son chiesto se a loro, per come vivono, per come pensano, per come respirano, semplicemente per come sono, potesse mai servire meditare (definendo con questo nome il concetto di unire il corpo alla mente, il centrarsi), essendo invece una buona “medicina” per muzungu disarmonici e stressati che impostano la propria vita nella frenetica corsa dell’andare avanti senza ne fermarsi ne guardarsi, vivendo un tempo che non e’ ora...


Potrà mai servire qui in Africa fermarsi? O sono gia “fermi” di loro? Serve agli africani cercare un proprio respiro interiore?

E poi… e poi l’illuminazione, la quadratura del cerchio... lo scoppio di una fragorosa risata con un ghigno che mi attraversa la faccia.

Quanta ignoranza nella mia mente muzunga, ogni tanto faccio ancora lo sbaglio di mettere a confronto, lo sbaglio di ritenere che se una cosa è buona per l’uomo bianco lo debba essere anche per l’uomo nero… che sciocco che sono, la quadratura del cerchio era proprio li davanti ai miei occhi, ma celata dall’ignoranza e dalla non appartenenza al continente africano...

La chiesa! Il gospel! La devozione! Ecco il punto d’incontro!!! Corpi che ballano e che cantano, che pregano e che risuonano, mani che dalla terra si elevano al cielo, in un’inno di gioia, in un’esplosione d’amore. La loro personale “meditazione”.

Mi si illuminano gli occhi; chiedo a Esther, la mia mama africana, la “vecchia gallina” che ti guarda e che ti ascolta, colei che ogni tanto riesce anche a capirmi, gli chiedo se ho visto giusto.

Allora inizia a raccontarmi, il gospel e’ un’estasi, una comunicazione profonda con se stessi e con Dio, si e’ un tutt’uno con cio’ che ti circonda, ci si sente forti e potenti, salteresti con un balzo gli oceani e scavalcheresti con un passo le montagne, si ha il cuore gonfio di gioia e la testa libera dai pensieri...

Forse ce l’abbiamo fatta, ognuno con le proprie forme e con i propri colori, forse abbiam trovato il nostro punto d’incontro...

roby meditation

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