domenica 5 ottobre 2008

Perche’ ci si innamora di Malindi?

Di Alfredo “Freddi” del Curatolo – Tratto dal periodico QUI MALINDI

“Perche’ Malindi?” Mi domandavo anni fa mentre preparavo l’ennesima valigia e imballavo scatole di vestiti invernali carichi di naftalina, destinati alla soffitta di qualche parente. “Perche’ Malindi e non Santo Domingo, L’Avana, Puerto Escondido, Bali, Tenerife, Djerba, Phuket, Gabicce Mare…”. Quando si tratta di fuga, e’ il luogo che abbandoni l’importante, non il punto d’arrivo. Ma in questo caso, cogliendo il frutto della partenza dopo la giusta maturazione di una scelta ponderata, la meta e’ allo stesso tempo lo zero e lo zenith da cui ripartire, nella perfetta alchimia tra presente e futuro, lasciando i vecchi progetti e le antiche speranze in soffitta, imballati e coperti di naftalina come i vestiti che non dovro’ piu’ indossare.


“Perche’ Malindi?” Perche’ per chi non ha risorse infinite ma si sa accontentare, c’e da lavorare, piu’ con l’ingegno piuttosto che con gli intrallazzi o certi giochini, perche’ chi ha voglia di fare lo puo’ fare e chi non ha molta voglia comunque puo’ campare, perche’ siamo in Africa ma la lingua ufficiale non e’ l’italiano, perche’ qui non ci sono cartellini da timbrare ne orari che sia proprio obbligo rispettare, perche’ otto mesi all’anni c’e il sole e anche nei mesi restanti la temperature non scende mai sotto i venti gradi, perche’ qui ti viene lo stress di non avere stress (e se uno e’ furbo capisce che i paradossi si possono eliminare, mica come le zanzare), perche’ la natura esiste e ci si puo’ entrare in contatto, senza dover fare sei ore di traffico sulla provinciale per andare alla domenica in un’oasi del WWF o rischiare la vita sulla Serravalle. Perche’ noi latini, noi antichi romani, sembra strano, abbiamo qualcosa da imparare da una civilta’ bambina. Perche’ i bimbi dicono sempre la verita’, fanno sciocchezze ma sono appunto cose da poco, si fanno perdonare e ricominciano, ma sono semplici e solari nelle loro manifestazioni. Quantomeno si impara la pazienza, che e’ un’arte povera ma ci fa guadagnare in salute.

Perche’ il mango gentilmente mercificato e’ piu’ buono delle albicocche geneticamente modificate, perche’ il pesce fresco sulla griglia, cucinato sul balcone di casa in viale Zara a Milano non viene molto bene, perche’ bastano quattro ore di fuoristrada per sentirsi nel centro del mondo, nel Regno Degli Animali. Perche’ non se ne puo’ piu’ di quel regno degli animali che si credono al centro del mondo e sono soltanto insetti impauriti. Perche’ il “grande fratello” dovrebbe essere un nuovo splendido amico che si incontra e non un cazzo di trasmissione televisiva da guardoni rimbambiti, perche’ nonostante qualcuno abbia cercato di portatsi dietro le schifezze in naftalina, piano piano, pole pole, in naftalina ci finira’ lui. Solo chi ama l’Africa resiste in questo posto, solo chi trasforma il suo futuro in presente e impara a vivere alla giornata puo’ vivere in sintonia con Malindi.


Passa il tempo, per me son quasi vent’anni. Oggi, complice l’invivibilita’ del mondo occidentale, son in tanti a valutare questo ambiente come il luogo dove stabilirsi, in cui vivere una vita a misura dell’umanita’ che ci portiamo dentro.

Magari domandandosi prima “perche’ Malindi” e trovando risposte che scaturiscano un sorriso o anche un po’ di malinconia ma, insomma, un sentimento! Per chi non si chiede “perche’ Malindi?”, questo (per carita’ e per fortuna!) resta uno dei tanti luoghi di vacanza, dei mille paradisi esotici con i suoi pregi e i difetti. “Karibu”, si dice qua: benvenuto! Inutile e dannoso pero’ venderlo per quello che non e’, o raccontare che il mare e’ maldiviano o che le infrastrutture fanno invidia a Sharm El Sheikh.

Bisogna adattarsi con quel che c’e e avere piu’ rispetto di chi ci ospita, insegnando con garbo ai bambini a rispettare di piu’ casa loro. Ne vale la pena, perche’ come diceva il Poeta: “dai diamante non nasce niente, dal letame nascono i fiori”.


Di Alfredo “Freddi” del Curatolo – Tratto dal periodico QUI MALINDI

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