mercoledì 22 ottobre 2008

Farsi belle con lo scrab

Ogni tanto rimango li’, incredulo, chiedendomi cosa sia mai l’Africa e il concetto della poverta’...

Spendere dei soldi per comprar un bodyscrab gia pronto e confezionato alle granaglie di noccioli d’albicocca o ai semi di papaya invece che rovistare in cucina preparando un impasto economico ed eco-casalingo...

IO: Ma perché non provi con l’unga? (la farina per preparar l’ugali, la polenta keniota) ci aggiungi dell’olio d’oliva e vedrai che ti viene la pelle liscia come il culo di un bambino… oppure del sale… magari un po’ di miele... semplicemente facile ed economico...

LEI: No, no che non posso, non si può fare, in Africa c’è gente che ha fame e che non ha nemmeno un pugno di farina da mangiare ed io dovrei buttar via del cibo per pulire e far bello il mio corpo?

IO: ma risparmieresti i soldi che non hai in tasca, spenderesti 1 invece che 5!

LEI: ma tu sei matto, in Africa queste cose non si fanno...

La risposta di LEI non e’ un caso isolato e nemmeno una voce fuori dal coro. E’ un principio, una mentalita’ di rispetto, uno stato delle cose. “Questa cosa non si fa e non si puo’ fare, non va bene”. Solo chi sa’ o ha visto in faccia la poverta’ puo’ capire...

C’e’ sempre un qualcosa da imparare in questa Africa. E cosi osservo il farsi belle, per piacere a se stesse e ai propri uomini, rispettando cio che in Africa e’ prezioso, il cibo.

PS: qualcuno aggiunge anche che Dio non sarebbe affatto contento...

Nessun commento: